La peste suina africana, un problema nazionale?
La Romania sta attraversando un’estate non proprio allegra. Tempo capriccioso, nubifragi, alluvioni che hanno provocato danni materiali, tensioni politiche e sociali acute, incertezze economiche compongono un quadro lontano dall’aspetto brillante estivo. Per di più, il virus della peste suina africana continua a dilagare nel Paese, dove si contano circa 450 focolai. La grave situazione è stata analizzata nel corso di una riunione informale della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati. L’organismo umano resta immune al virus che, invece, può uccidere tutti i maiali di un allevamento, per la sua alta contagiosità.
Bogdan Matei, 25.07.2018, 11:11
La Romania sta attraversando un’estate non proprio allegra. Tempo capriccioso, nubifragi, alluvioni che hanno provocato danni materiali, tensioni politiche e sociali acute, incertezze economiche compongono un quadro lontano dall’aspetto brillante estivo. Per di più, il virus della peste suina africana continua a dilagare nel Paese, dove si contano circa 450 focolai. La grave situazione è stata analizzata nel corso di una riunione informale della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati. L’organismo umano resta immune al virus che, invece, può uccidere tutti i maiali di un allevamento, per la sua alta contagiosità.
Non esistono nè terapie, nè vaccini, spiegano gli specialisti, richiamando l’attenzione che i principali vettori sono i cinghiali. Un esempio è la provincia di Tulcea (sud-est), che include anche il Delta del Danubio, dove vivono numerosi cinghiali. La peste è stata già confermata in due allevamenti della provincia e in quello più grande sono stati abbattuti due terzi dei circa 45.000 maiali. Per i produttori, gli effetti sono devastanti.
In tutte le province colpite, negli allevamenti autorizzati si trovano oltre 50.000 scrofe delle oltre 140.000 che si contano nell’intero Paese. Data l’impossibilità di continuare processo di allevamento dei maiali piccoli, siamo costretti a prepararci per abbattimenti di necessità e sollecitare alle autorità dei risarcimenti. Non abbiamo un’altra possibilità, non esiste una deroga in grado di consentirci di inviare i maiali giovani per farli ingrassare nelle fattorie specializzate che, dal punto di vista amministrativo, si trovano in altre province. Grosso modo, le oltre 50.000 scrofe partoriscono circa 1,5 milioni di maialini all’anno. Ciò significa l’equivalente dell’importazione o, se volete, quasi la metà dei piccoli maiali nati in Romania. In questo momento, la situazione è di portata nazionale, ha spiegato Adrian Iorgulescu, membro di un’associazione specializzata.
I produttori aggiungono, in seguito alla diffusione della peste suina africana in Romania, che i danni potrebbero salire a centinaia di milioni di euro. Presente la scorsa settimana a Bruxelles, il ministro dell’Agricoltura, Petre Daea, ha già sollecitato alla Commissione Europea dei fondi per compensare le perdite derivanti dalla cessazione della produzione di carne suina e dal calo dei prezzi nelle aree contaminate. Gli aiuti finanziari riguardano anche i costi per la disinfezione, la distruzione del foraggio e le spese per l’abbattimento degli animali infetti, ha precisato il Ministero dell’Agricoltura in un comunicato.