La peste suina africana sta dilagando
In una sola settimana, in Romania sono apparsi un centinaio di nuovi focolai di peste suina, facendo salire il loro numero a circa 550. Un’evoluzione aggressiva ed esplosiva: così il presidente dell’Ente Nazionale Sanitario Veterinario e Sicurezza Alimentare, Geronimo Branescu.
Bogdan Matei, 02.08.2018, 11:38
Nel nord-ovest è avvenuta con l’introduzione illegale di prodotti provenienti da animali sacrificati mentre erano già malati o infetti. Nell’est del Paese, la contaminazione è avvenuta con la migrazione dei cinghiali, prima nella riserva della biosfera del Delta del Danubio e poi estesa alle masserie della popolazione, in seguito al contatto con i maiali domestici in prossimità della riserva, ha spiegato Geronimo Branescu.
Finora sono quasi 100 le località contaminate e circa 50.000 i maiali abbattuti, in quanto per la malattia non esistono nè terapie nè vaccini. Sin da giugno la diffusione veloce della peste ha colpito in particolare le masserie della popolazione. Il Ministero dell’Interno ha ospitato ieri una riunione del Comitato per le emergenze speciali, per fare il punto sulla situazione. Le autorità chiedono ai proprietari di permettere l’abbattimento dei maiali malati e rispettare le misure di prevenzione.
In certe province, alcuni prefetti e colleghi si sono confrontati con il rifiuto totale dell’intervento. Vengono concessi dei risarcimenti e la gente deve capire che è inutile sacrificare il maiale malato e portarlo di nascosto in un’altra zona per venderlo, poichè cosi si diffonde anche la malattia. Il caso va piuttosto segnalato, sono concessi dei risarcimenti e le autorità risolvono la situazione sul posto, al fine di prevenire la diffusione del morbo, ha spiegato il capo del Dipartimento per le Situazioni di Emergenza, Raed Arafat. I primi risarcimenti, pari all’equivalente di 30.000 euro, sono già stati pagati agli allevatori. Vengono concessi sia per gli animali abbattuti che per i danni collaterali.
Presente la scorso mese a Bruxelles, il ministro dell’Agricoltura, Petre Daea, ha sollecitato alla Commissione Europea dei fondi per compensare le perdite derivanti dalla cessazione della produzione di carne suina e dal calo dei prezzi nelle aree contaminate. Gli aiuti finanziari riguardano anche i costi per la disinfezione, la distruzione del foraggio e le spese per l’abbattimento degli animali infetti.
L’organismo umano resta immune al virus. Però, in un Paese come la Romania, dove la produzione e il consumo di carne suina sono notevoli, l’impatto sociale ed economico della peste africana è devastante. I produttori affermano che, in seguito alla diffusione del morbo, i danni arrivano a centinaia di milioni di euro.