La Nato e le sfide attuali
Creata, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, con lobiettivo, riassunto in una famosa battuta, di mantenere gli americani in Europa, i sovietici fuori e i tedeschi a terra, la Nato si confronta, 70 anni dopo, con un paesaggio geopolitico fondamentalmente diverso. È per la prima volta nella sua storia, constatano gli esperti, che lAlleanza Nord-atlantica deve gestire simultaneamente minacce importanti in due direzioni strategiche diverse. Da una parte, la Russia post-sovietica ha dimostrato pienamente, dopo lannessione della Penisola di Crimea e lalimentazione della ribellione secessionista nellest russofono dellUcraina, di aver ritrovato la sua aggressività e lappetito territoriale. Daltra parte, la cosiddetta primavera araba degli anni scorsi ha portato alla sostituzione di una serie di regimi corrotti ed abusivi, ma laici e relativamente stabili, con una piovra jihadista intorno al Mediterraneo, i cui tentacoli sono arrivati a colpire nel cuore dellEuropa, a Parigi e Bruxelles. Sono le sfide e i rischi più complessi dalla fine della Guerra Fredda, afferma lassistente del segretario generale della Nato, il romeno Sorin Ducaru.
Bogdan Matei, 27.05.2016, 18:18
Creata, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, con lobiettivo, riassunto in una famosa battuta, di mantenere gli americani in Europa, i sovietici fuori e i tedeschi a terra, la Nato si confronta, 70 anni dopo, con un paesaggio geopolitico fondamentalmente diverso. È per la prima volta nella sua storia, constatano gli esperti, che lAlleanza Nord-atlantica deve gestire simultaneamente minacce importanti in due direzioni strategiche diverse. Da una parte, la Russia post-sovietica ha dimostrato pienamente, dopo lannessione della Penisola di Crimea e lalimentazione della ribellione secessionista nellest russofono dellUcraina, di aver ritrovato la sua aggressività e lappetito territoriale. Daltra parte, la cosiddetta primavera araba degli anni scorsi ha portato alla sostituzione di una serie di regimi corrotti ed abusivi, ma laici e relativamente stabili, con una piovra jihadista intorno al Mediterraneo, i cui tentacoli sono arrivati a colpire nel cuore dellEuropa, a Parigi e Bruxelles. Sono le sfide e i rischi più complessi dalla fine della Guerra Fredda, afferma lassistente del segretario generale della Nato, il romeno Sorin Ducaru.
“La principale minaccia è adesso quella arrivata da parte della Russia, che continua a violare alcune regolamentazioni della legislazione internazionale. Essa è potenziata dallinstabilità nel Medio Oriente e nel Nord Africa, zone site molto vicino alle frontiere Nato. Unaltra minaccia è lorganizzazione Stato Islamico, che ha iniziato a reclutare dalla regione un numero sempre maggiore di combattenti, a creare cellule terroristiche e ottenere armi, per usarle poi negli attentati in Europa”, ha sottolineato Sorin Ducaru.
Presente, a Bucarest, ad una conferenza su problemi di sicurezza, Ducaru ha valutato che, col sancire, allinizio di luglio, ladesione del Montenegro alla Nato, si possono creare le premesse per la ricostruzione della stabilità nei Balcani, regione molto vicina sia allo spazio ex sovietco, che al Medio Oriente. Subito dopo linaugurazione, questo mese, a Deveselu (nel sud della Romania), delle componenti del sistema antimissile americano, la Romania è stata sottoposta ad un bombardamento retorico da Mosca, condito con rimproveri e moniti, sebbene tutti i responsabili politici di Bucarest abbiamo sottolineato che lo scudo non è diretto contro i russi. Il segretario di stato nel Ministero romeno della Difesa, Stefan Tinca, ribadisce che il terrorismo e il fenomeno della migrazione sono, dal canto loro, pericoli importanti.
“Ciò che viene dal sud è altrettanto rischioso anche per noi: il problema della migrazione, per non parlare più del terrorismo. Ci sono stati romeni che sono morti negli attentati nellOvest dellEuropa. Quindi, secondo me non possiamo dire che si tratta solo dellest, perchè anche dal sud siamo esposti, forse non nella stessa misura, ma dobbiamo vedere il vicinato nella sua totalità, dal nord al sud-est e poi ad ovest”, ha detto Stefan Tinca.
Il capo di Stato Maggiore Generale dellEsercito romeno, il generale Nicolae Ciuca, afferma, dal canto suo, che le aggressioni possono andare oltre lo scontro militare, ma si dichiara convinto che la Romania e la NATO possono far fronte alle sfide. (traduzione di Adina Vasile)