La NATO apre un ufficio a Chişinău
E una tradizione che, in Moldova, lorientamento della politica estera sia simboleggiato dalla prima visita che un esponente di alto livello fa oltre confine, una volta insediato nella carica.
Roxana Vasile, 09.02.2017, 16:59
Un anno fa, il primo ministro democratico del piccolo stato ex sovietico, a maggioranza romenofona, Pavel Filip, ha scelto Bucarest. Ha dato, in questo modo, un segnale positivo per quanto riguarda la continuazione delliter europeo ed euro-atlantico di Chişinău, con il sostegno della Romania confinante.
Invece, questanno, a gennaio, il neo presidente, il socialista pro-russo Igor Dodon ha preferito Mosca. Il suo scopo è che la Repubblica riprenda il partenariato strategico con la Russia, passato in secondo piano durante il mandato del suo predecessore. Perciò, al Cremlino, il presidente Dodon ha evocato la possibilità che lAccordo di Associazione fra la Moldova e lUE, firmato nel 2014, sia rivisto o addirittura cancellato.
Sentendo il bisogno di tastare il polso anche a Bruxelles, Igor Dodon ha avuto, nella prima parte di questa settimana, colloqui sia presso lUE, che presso la NATO. Ha denunciato nuovamente lAccordo di associazione con il blocco comunitario. Quanto agli alleati, egli ha chiesto loro di non sbrigarsi con lapertura di un ufficio NATO a Chişinău: “Consideriamo che, in questa tappa, tale passo crei impedimenti nel processo di negoziato sulla questione della Transnistria. Abbiamo proposto e sollecitato al vicesegretario generale di non affrettarsi con lapertura dellufficio NATO. Se sarà presa una decisione del genere, perché gli accordi sono stati firmati e promulgati prima dellinizio del mio mandato, non escludo che, in futuro, rivalutiamo lo statuto di questo ufficio in Moldova.”
Anche se nellopinione di Igor Dodon lufficio NATO creerebbe impedimenti nei negoziati sulla regione separatista russofona Transnistria, sita nellest della Repubblica, lufficio verrà aperto. In aprile! – come annunciato dal viceministro degli Esteri di Chişinău, Lilian Darie. Ma a chi dà fastidio lufficio? La domanda sembra piuttosto retorica. La Transnistria è uscita, de facto, dal controllo delle autorità di Chişinău nel 1992, dopo un conflitto armato conclusosi con centinaia di morti e con lintervento delle truppe russe dalla parte dei separatisti. Sebbene la Russia si sia impegnata a ritirare le sue truppe già dal 1999, esse sono ancora di stanza sul posto. Però, il presidente Igor Dodon ha chiesto assicurazioni solo a Bruxelles e alla NATO che la neutralità permanente della Moldova sia rispettata.
La futura rappresentanza NATO non è una base militare, bensì una missione diplomatica sollecitata dal Governo della Moldova a sostegno delle riforme – ha risposto in replica il vice segretario generale della NATO, Rose Gottemoeller, stando alla quale neutralità non vuol dire isolamento. Ma, certamente, ciascuna nazione ha il diritto di non affiancarsi a nessuno o di scegliere le proprie alleanze. Igor Dodon vuole, ad esempio, negoziati commerciali trilaterali UE – Moldova – Russia, fatto che fa pensare a molti che il leader di Chişinău promuova, nellUE, gli interessi della Federazione Russa, anziché quelli del proprio stato. (traduzione di Gabriela Petre)