La Moldova, in campagna elettorale
La Moldova è, da oggi, in campagna elettorale per le presidenziali, il cui primo turno si terrà il 30 ottobre. È per la prima volta dopo il 2000 che il capo dello stato sarà eletto con voto diretto, dai cittadini, dopo che per molto tempo questa è stata una prerogativa dei deputati. Nella corsa per lincarico ricoperto attualmente dal pro-occidentale Nicolae Timofti, si sono iscritti otto candidati, ma i sondaggi sulle intenzioni di voto, citati dai corrispondenti di Radio Romania a Chisinau, rilevano che solo tre-quattro nomi contano davvero.
Bogdan Matei, 30.09.2016, 16:50
La Moldova è, da oggi, in campagna elettorale per le presidenziali, il cui primo turno si terrà il 30 ottobre. È per la prima volta dopo il 2000 che il capo dello stato sarà eletto con voto diretto, dai cittadini, dopo che per molto tempo questa è stata una prerogativa dei deputati. Nella corsa per lincarico ricoperto attualmente dal pro-occidentale Nicolae Timofti, si sono iscritti otto candidati, ma i sondaggi sulle intenzioni di voto, citati dai corrispondenti di Radio Romania a Chisinau, rilevano che solo tre-quattro nomi contano davvero.
Quotato con oltre il 30% dei suffragi, il grande favorito è il leader dei socialisti pro-moscoviti, Igor Dodon, un romenofobo e un antieuropeo virulento. Tre candidati, tutti dichiaratamente pro-occidentali, avrebbero chance di giungere nel secondo turno, indetto per il 13 novembre. Si tratta dei leader dellopposizione Maia Sandu, ex ministro riformatore dellIstruzione, e Andrei Nastase, militante civico che ha diretto le ampie proteste anticorruzione, e rispettivamente di Marian Lupu, leader del Partito Democratico, il principale partito della coalizione governativa. Tutti gli analisti ammoniscono che la posta in gioco dello scrutinio è non solo politica, ma anche geopolitica. Una vittoria della sinistra telecomandata da Mosca seppellirebbe, nuovamente, a tempo indeterminato, le aspirazioni europee di Chisinau. Dodon, che adora di farsi vedere con la bandiera russa sul petto, promette di cambiare la direttrice di politica estera, di volgere le spalle a Bruxelles e di integrare la Moldova nellUnione Russia-Bielorussia-Kazakistan. Verrebbero persi, in questo modo, sette anni di sforzi delle forze pro-europee, giunte al governo nel 2009, per togliere Chisinau dallorbita di Mosca e avvicinarla allEuropa.
Nel 2014, la Moldova era persino ritenuta il Paese membro con i maggiori progressi del Partenariato Orientale, il pacchetto di programmi con cui lUe cerca di avvicinare gli stati ex sovietici agli standard occidentali di legalità, democrazia e prosperità. Le forti divergenze tra i leader della coalizione, il ritardo delle riforme e gli ingenti scandali di corruzione, culminate con la scomparsa dal sistema bancario di un miliardo di dollari, hanno decredibilizzato i pro-europei, a favore dei filo-russi. La preoccupazione domina, prima delle elezioni, le cancellerie occidentali e della Romania, il più energico e costante sostenitore dellintegrazione dello stato confinante. A Bucarest, il Consiglio Supremi di Difesa ha deciso lelaborazione di una strategia a medio e lungo termine per il miglioramento dei rapporti con la Moldova. “La nostra relazione deve diventare migliore, più efficiente, più pragmatica e più prevedibilè – ha affermato il presidente Klaus Iohannis, che si è pronunciato per un approccio molto serio, senza atteggiamenti populistici con posta in gioco elettorale. (traduzione di Adina Vasile)