La marcia dei minatori su Bucarest – alla ricerca dei colpevoli
Bogdan Matei, 22.10.2015, 15:57
Lex presidente romeno Ion Iliescu e due ex alti dignitari del suo entourage sono stati messi sotto accusa, ieri, per crimini contro lumanità nel fascicolo della cosiddetta Marcia dei Minatori su Bucarest, del 13-15 giugno 1990. Dopo più di un quarto di secolo, potrebbe essere chiarito il più tenebroso fascicolo della storia della Romania post-comunista.
Il 20 maggio del 1990, a cinque mesi dal crollo della dittatura comunista di Nicolae Ceausescu, il suo ex ministro degli anni 70, Ion Iliescu, percepito come leader della Rivoluzione anticomunista romena, era stato, praticamente, plebiscitato, vincendo le prime elezioni presidenziali libere con circa l85% dei voti. Il suo partito, un mix eterogeneo di rivoluzionari autentici e comunisti di seconda mano, si era aggiudicato, dal canto suo, due terzi dei seggi nel Parlamento di Bucarest. A Bucarest, la Piazza dellUniversità, occupata sin da aprile da studenti e proclamata “zona libera dal neocomunismo”, si era già svuotata perchè i manifestanti avevano accettato il severo verdetto delle urne. Al posto delle decine di migliaia di persone esuberanti e non violente erano rimasti solo qualche decina di scioperanti della fame, che sembravano incapaci di continuare la loro vita fuori dalla Piazza.
La loro evacuazione dalla Polizia, nella notte del 13 giugno, avvenne con un uso della forza sproporzionato, che ricordò la repressione dei giorni della Rivoluzione anticomunista. Ad oggi non è ancora chiaro se coloro che, il giorno dopo, reagirono, combattendo in piazza con la polizia e occupando le sedi del Ministero dellInterno e della Televisione pubblica, avessero realmente alcun legame con la Piazza dellUniversità. Iliescu e i suoi uomini li definirono “legionari” (lestrema destra interbellica) e, sebbene lesercito avesse già ristabilito lordine, chiamarono la popolazione a salvare “la democrazia in pericolo”. I minatori della Valle del Jiu (nel centro della Romania) risposero al suo appello. Per soli due giorni, il 14 e il 15 giugno, simpadronirono della capitale Bucarest, dove si sostituirono a qualsiasi autorità legale. Sufficienti però per lasciare dietro centinaia di feriti, oltre mille persone fermate abusivamente e almeno 4 morti.
LUniversità degli Studi di Bucarest fu profanata, le sedi dei partiti allopposizione e dei giornali indipendenti devastate. Per lex procuratore generale della Romania, Laura Codruta Kovesi, attuale capo della Direzione Nazionale Anticorruzione, lindagine sulla marcia dei minatori era “una delle più importanti missioni incompiute della storia del Pubblico Ministero”. Gli analisti affermano che, estremamente probabile, il fascicolo sarebbe stato chiuso per sempre se, lanno scorso, la Corte Europea per i Diritti Umani non avesse emesso una decisione che imponeva alla Romania di continuare le indagini.
Oggi, ai suoi 85 anni, Iliescu è il presidente onorario del Partito Socialdemocratico, numero uno nel Governo di Bucarest. Ed è un personaggio molto rispettato del partito con molti membri entrati nel mirino dei procuratori anticorruzione, in quanto è rimasto, secondo le proprie parole, “povero ed onesto”. Anche lui ottuagenario, lex ministro della Difesa, il generale Victor Atanasie Stanculescu, è gia stato in carcere, per implicazione nella sanguinosa repressione della Rivoluzione anticomunista. Settuagenario sofisticato e ancora attivo, lex direttore dellIntelligence romena, Virgil Magureanu, aveva optato per una carriera di docente, alla Facoltà di Sociologia dellUniversità di Bucarest. Tutte tre sono stati raggiunti adesso dal proprio passato, che ha turbato la loro tranquilla vecchiaia. (traduzione di Adina Vasile)