La legge sull’offshore, approvata dal Senato
La plenaria del Senato di Bucarest ha adottato la modifica della legge sull’offshore. Rinviata più volte, la legge regola le operazioni di sviluppo e sfruttamento dei giacimenti di greggio, sia nei perimetri offshore, a largo delle acque romene del Mar Nero, sia onshore, in profondità. Il progetto stabilisce la suddivisione del profitto ottenuto: il 40% andrà agli investitori, mentre il 60% allo stato romeno, che ha anche il diritto di prelazione per l’acquisto del gas.
Durante la seduta, il ministro dell’Energia, Virgil Popescu, ha sottolineato che, tramite questa legge, sarà garantita la sicurezza nell’approvvigionamento del Paese in caso di crisi energetica, e la Romania potrebbe diventare anche fornitrice di sicurezza energetica regionale, quando produrrà più di quanto consuma. Egli ha aggiunto che le prime estrazioni di gas dal Mar Nero inizieranno nella seconda metà di quest’anno.
Inoltre, la nuova legge aumenta il tasso di deduzione dell’investimento dal 30 al 40% dall’imposta totale sui redditi aggiuntivi. Hanno votato a favore del documento i senatori PSD, PNL, UDMR e USR. Durante i dibattiti nella plenaria, il leader dei senatori socialdemocratici, Radu Oprea, ha affermato che la legge è buona e necessaria per tutti i cittadini romeni e che gli incassi dallo sfruttamento di questo gas arriveranno alle comunità locali: “C’è una guerra in corso vicino alla Romania, abbiamo bisogno di gas, abbiamo bisogno che Black Sea Oil & Gas (USA) possa fornire gas ai cittadini romeni a cominciare dal mese prossimo. Vuol dire il 10% del gas che altre persone presenti in questa sala vogliono che importiamo da altre zone. Questo non è possibile e non è auspicabile per l’economia, per l’industria romena e per i cittadini di Romania.”
L’Alleanza per l’Unione dei Romeni è l’unica formazione che ha votato contro questa legge, definendola antinazionale, ed ha chiesto che lo sfruttamento del gas sia fatto esclusivamente da compagnie romene. “L’AUR ha votato contro questo tradimento nazionale e contro questo saccheggio, che porterà allo sfruttamento e alla vendita di risorse di importanza nazionale e strategica soprattutto nel contesto della guerra economica che stiamo attraversando ed è molto chiaro che non diminuirà né il prezzo del gas e non avremo neanche un mercato energetico libero”, ha dichiarato la senatrice Rodica Boancă.
La produzione di gas della Romania è diminuita negli ultimi anni e il 2021 ha portato prezzi stellari dell’energia in tutta l’Europa. La zona economica romena del Mar Nero dispone di riserve di oltre 200 miliardi di metri cubi, quantità che potrebbe coprire il consumo nazionale per i prossimi 20 anni. Nel 2019, in Romania, il 79% della quantità totale di gas era di provenienza interna, l’8% era importato dalla Russia, mentre il restante 13% da altri Paesi. Ciò nel contesto in cui, in Finlandia e Macedonia, il gas arriva integralmente dalla Russia, in Lettonia le importazioni dalla Russia ammontano al 93%, mentre in Estonia al 79%. La Germania, la più forte economia europea, importa quasi la metà del gas naturale sempre dalla Russia e l’altra metà da altri Paesi.
Mihai Pelin, 12.05.2022, 13:34
La plenaria del Senato di Bucarest ha adottato la modifica della legge sull’offshore. Rinviata più volte, la legge regola le operazioni di sviluppo e sfruttamento dei giacimenti di greggio, sia nei perimetri offshore, a largo delle acque romene del Mar Nero, sia onshore, in profondità. Il progetto stabilisce la suddivisione del profitto ottenuto: il 40% andrà agli investitori, mentre il 60% allo stato romeno, che ha anche il diritto di prelazione per l’acquisto del gas.
Durante la seduta, il ministro dell’Energia, Virgil Popescu, ha sottolineato che, tramite questa legge, sarà garantita la sicurezza nell’approvvigionamento del Paese in caso di crisi energetica, e la Romania potrebbe diventare anche fornitrice di sicurezza energetica regionale, quando produrrà più di quanto consuma. Egli ha aggiunto che le prime estrazioni di gas dal Mar Nero inizieranno nella seconda metà di quest’anno.
Inoltre, la nuova legge aumenta il tasso di deduzione dell’investimento dal 30 al 40% dall’imposta totale sui redditi aggiuntivi. Hanno votato a favore del documento i senatori PSD, PNL, UDMR e USR. Durante i dibattiti nella plenaria, il leader dei senatori socialdemocratici, Radu Oprea, ha affermato che la legge è buona e necessaria per tutti i cittadini romeni e che gli incassi dallo sfruttamento di questo gas arriveranno alle comunità locali: “C’è una guerra in corso vicino alla Romania, abbiamo bisogno di gas, abbiamo bisogno che Black Sea Oil & Gas (USA) possa fornire gas ai cittadini romeni a cominciare dal mese prossimo. Vuol dire il 10% del gas che altre persone presenti in questa sala vogliono che importiamo da altre zone. Questo non è possibile e non è auspicabile per l’economia, per l’industria romena e per i cittadini di Romania.”
L’Alleanza per l’Unione dei Romeni è l’unica formazione che ha votato contro questa legge, definendola antinazionale, ed ha chiesto che lo sfruttamento del gas sia fatto esclusivamente da compagnie romene. “L’AUR ha votato contro questo tradimento nazionale e contro questo saccheggio, che porterà allo sfruttamento e alla vendita di risorse di importanza nazionale e strategica soprattutto nel contesto della guerra economica che stiamo attraversando ed è molto chiaro che non diminuirà né il prezzo del gas e non avremo neanche un mercato energetico libero”, ha dichiarato la senatrice Rodica Boancă.
La produzione di gas della Romania è diminuita negli ultimi anni e il 2021 ha portato prezzi stellari dell’energia in tutta l’Europa. La zona economica romena del Mar Nero dispone di riserve di oltre 200 miliardi di metri cubi, quantità che potrebbe coprire il consumo nazionale per i prossimi 20 anni. Nel 2019, in Romania, il 79% della quantità totale di gas era di provenienza interna, l’8% era importato dalla Russia, mentre il restante 13% da altri Paesi. Ciò nel contesto in cui, in Finlandia e Macedonia, il gas arriva integralmente dalla Russia, in Lettonia le importazioni dalla Russia ammontano al 93%, mentre in Estonia al 79%. La Germania, la più forte economia europea, importa quasi la metà del gas naturale sempre dalla Russia e l’altra metà da altri Paesi.