La legge sulla retribuzione unitaria, pro e contro
Entrata in vigore nel 2017, la legge sulla retribuzione unitaria che prevede l’aumento dei redditi mensili in Romania, nei prossimi cinque anni, ha cominciato a produrre effetti dal 1° gennaio 2018, effetti che hanno destato controversie, generando proteste degli impiegati in più settori. Quando è stata promulgata la legge, lo scorso giugno, il capo dello stato, Klaus Iohannis, sosteneva la necessità dell’aumento degli stipendi, in maniera sostenibile, per migliorare il tenore di vita dei romeni, di modo che siano eliminate le ineguaglianze e le disfunzionalità salariali.
Leyla Cheamil, 04.04.2018, 14:25
Entrata in vigore nel 2017, la legge sulla retribuzione unitaria che prevede l’aumento dei redditi mensili in Romania, nei prossimi cinque anni, ha cominciato a produrre effetti dal 1° gennaio 2018, effetti che hanno destato controversie, generando proteste degli impiegati in più settori. Quando è stata promulgata la legge, lo scorso giugno, il capo dello stato, Klaus Iohannis, sosteneva la necessità dell’aumento degli stipendi, in maniera sostenibile, per migliorare il tenore di vita dei romeni, di modo che siano eliminate le ineguaglianze e le disfunzionalità salariali.
Martedì, il presidente ha convocato Viorica Dăncilă, capo dell’Esecutivo, e Lia Olguţa Vasilescu, ministro del Lavoro, per discutere, alla fine del primo trimestre, degli effetti della legislazione sulla retribuzione dei pubblici dipendenti dal punto di vista dei principi e degli impegni assunti dalla coalizione al potere PSD-ALDE. Sullo sfondo di alcune politiche fiscali e di bilancio imprudenti e non correlate alla dinamica economica nel suo insieme, esiste il rischio che il potere d’acquisto dei romeni continui a diminuire, ha affermato Klaus Iohannis.
In replica, il premier Viorica Dăncilă ha parlato della crescita economica registrata l’anno scorso e dei buoni risultati che hanno portato al miglioramento del tenore di vita. Lei ha ricordato che lo stipendio medio lordo è aumentato del 14%, mentre le pensioni del 18% rispetto al precedente anno. Il primo ministro Viorica Dăncilă ha precisato ancora: “Le spese di personale sono maggiori del 19%. Ciò vuol dire che gli stipendi dei pubblici dipendenti sono aumentati del 19% rispetto al 2017, quindi 1,2 milioni di famiglie hanno redditi più alti. Le statistiche ufficiali rilevano che il potere d’acquisto in Romania è aumentato nel 2017 del 12,7%, nel caso degli stipendi e del 10,3% nel caso delle pensioni medie.” Dal canto suo, il ministro del Lavoro, Lia Olguţa Vasilescu, ha sottolineato che la griglia salariale avrà effetti completi dal 2022.
Invece, dall’opposizione, il leader PNL, Ludovic Orban, ha ricordato che i liberali avevano già attirato l’attenzione sin da quando è apparsa la legge sul caos fiscale che avrebbe provocato la legge sulla retribuzione: “Questa legge è contraria persino ai principi enunciati nella sua motivazione. Non è stata una legge unitaria sulla retribuzione, anzi; una prova che la legge non è funzionale è il fatto che siano state necessarie più modifiche, in vari momenti, tramite ordinanza d’urgenza, o tramite emendamenti all’ordinanza d’urgenza”. Egli ha aggiunto inoltre che, praticamente, la legge sulla retribuzione unitaria ha creato grave discriminazioni nel settore pubblico, dando come esempio il settore sanitario, in cui — dice lui — sono stati aumentati gli stipendi dei medici, però non quelli delle altre categorie di personale del sistema.