La Legge 51
Daniela Budu, 12.07.2016, 14:46
Il ministro dell’Agricoltura,
Achim Irimescu, ha dichiarato che la nuova legge interessa con priorità il
settore della frutta e verdura, dove la Romania si confronta con massicce
importazioni. Il presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei
Deputati, Nini Sapunaru, ritiene il documento atto ad ostacolare chi mette
costi aggiuntivi molto alti.
Ci sono catene di negozi che si
sono già incontrate con gli agricoltori e li hanno annunciati di voler
acquistare prodotti romeni, di voler avere prodotti romeni sugli scaffali, di
voler cominciare a concludere contratti con loro, quindi le cose stanno
cambiando, ha detto Achim Irimescu.
L’adozione della legge era stata rinviata più volte, soprattutto a
causa del malcontento dei padronati, che hanno contestato i suoi provvedimenti.
I deputati della Commissione Agricoltura hanno spiegato che la legge non fa
riferimento strettamente ai prodotti romeni e, quindi, non contravviene ai
principi del mercato unico. Le confederazioni padronali sono però preoccupate e
affermano che questi provvedimenti che, nella loro opinione, violerebbero la
legislazione comunitaria, intaccheranno l’attività di chi opera nel settore del
commercio moderno in Romania. I commercianti affermano inoltre che i problemi
dei produttori romeni di alimenti non saranno risolti in questo modo, e che si
verificherà, invece, uno squilibrio massiccio nel funzionamento del commercio
alimentare.
Le legge sulla commercializzazione dei prodotti alimentari restringe la
libertà dei consumatori di scegliere i migliori prodotti a prezzi competitivi -
si mostra in un comunicato dell’Associazione delle Grandi Catene Commerciali
Romene. Questa ritiene che la legge sia diretta contro le grandi catene
commerciali e che, nonostante quanto detto pubblicamente, non garantisca
sostegno ai produttori locali oppure ai prodotti romeni. D’ora in poi, il
principale obiettivo di ciascun commerciante non sarà più di soddisfare il
cliente, ma di rispettare i termini estremamente restrittivi imposti dalla
legge per quanto riguarda il pagamento o i servizi commerciali perchè
altrimenti la sanzione per il loro mancato rispetto può andare fino alla chiusura dei negozi, precisa ancora
l’Associazione. (traduzione di Adina Vasile)