La giustizia e il seggio parlamentare
Fenomeno ammesso e respinto, stando ai sondaggi, dal 96% dei romeni, la corruzione è ritenuta, da alcuni osservatori, endemica in Romania. Essa ha toccato numerosi settori della vita sociale e politica, determinando una percezione negativa sull’evoluzione della società, nel suo insieme. Eletto a novembre 2014 presidente del Paese, Klaus Iohannis si è dichiarato, molto rapidamente, un avversario del fenomeno che si è impegnato, politicamente, a combattere. In solo qualche mese, decine di fascicoli di corruzione sono stati aperti dal Dipartimento Nazionale Anticorruzione. Nel mirino anche tanti personaggi politici di primo rango, sia della destra, che della sinistra, come Elena Udrea, Marian Vanghelie, Darius Valcov, attualmente in arresto.
Valentin Țigău, 02.04.2015, 14:40
Fenomeno ammesso e respinto, stando ai sondaggi, dal 96% dei romeni, la corruzione è ritenuta, da alcuni osservatori, endemica in Romania. Essa ha toccato numerosi settori della vita sociale e politica, determinando una percezione negativa sull’evoluzione della società, nel suo insieme. Eletto a novembre 2014 presidente del Paese, Klaus Iohannis si è dichiarato, molto rapidamente, un avversario del fenomeno che si è impegnato, politicamente, a combattere. In solo qualche mese, decine di fascicoli di corruzione sono stati aperti dal Dipartimento Nazionale Anticorruzione. Nel mirino anche tanti personaggi politici di primo rango, sia della destra, che della sinistra, come Elena Udrea, Marian Vanghelie, Darius Valcov, attualmente in arresto.
La pressione esercitata dalla giustizia sui corrotti ha determinato alcuni parlamentari indagati a dimettersi. È il caso dei deputati Ion Dinita, del Partito Conservatore, e Danut Culetu, del Partito Nazional-liberale. Dinita è accusato dai procuratori anticorruzione di tangenti e concorso in abuso d’ufficio e la plenaria della Camera dei Deputati ha dato il via libera alla richiesta della Direzione Nazionale Anticorruzione per la sua custodia cautelare. Dal canto suo, Danut Culetu è stato rinviato a giudizio, con l’accusa di abuso d’ufficio, nel periodo in cui era prefetto della provincia di Costanza.
D’altra parte, la Camera dei Deputati è stata costretta a togliere temporaneamente dall’ordine del giorno la richiesta della DNA di via libera al fermo e alla custodia cautelare di Marko Attila. Questi si è dimesso via e-mail, procedura non accettata dal regolamento della Camera. Attila è accusato di abuso d’ufficio, ma si trova, da dicembre, a Budapest, dove si è recato prima che la plenaria votasse per un’altra richiesta di arresto formulata dalla DNA.
Sempre mercoledi’, i senatori hanno rimosso, per la seconda volta, l’immunità a Darius Valcov, ex ministro delle Finanze, accusato in diversi fascicoli di corruzione. Un altro senatore, Dan Sova, è riuscito a mantenere, in extremis, l’immunità dopo il controverso voto dei suoi colleghi. Questa decisione del Senato è stata però attaccata alla Corte Costituzionale, che si pronuncerà in merito l’8 aprile. Tutte queste vicende nel Parlamento riducono il numero degli eletti nelle due Camere del Legislativo di Bucarest e mostrano che il cambiamento della classe politica e delle mentalità, sebbene un processo lungo, è cominciato. E la resistenza al cambiamento, come affermava il presidente Iohannis, è il primo segno che ciò sta avvenendo.
(traduzione di Adina Vasile)