La Giornata dell’Ascoltatore 2013
Il 2013 è un anno del tutto speciale, in quanto abbiamo un anniversario speciale: 85 anni di radiofonia in Romania. Siamo, quindi, arrivati nella prima domenica di novembre, quando, come vuole ormai la tradizione, celebriamo “La Giornata dell’Ascoltatore”, subito dopo quella di Radio Romania, che abbiamo festeggiato il 1 novembre, data alla quale, nel 1928, veniva trasmesso il primo programma radiofonico nel nostro Paese.
România Internațional, 03.11.2013, 16:47
Il 2013 è un anno del tutto speciale, in quanto abbiamo un anniversario speciale: 85 anni di radiofonia in Romania. Siamo, quindi, arrivati nella prima domenica di novembre, quando, come vuole ormai la tradizione, celebriamo “La Giornata dell’Ascoltatore”, subito dopo quella di Radio Romania, che abbiamo festeggiato il 1 novembre, data alla quale, nel 1928, veniva trasmesso il primo programma radiofonico nel nostro Paese.
Infatti, 85 anni addietro, il 1 novembre del 1928, alle 17.00, andava in onda il primo programma ufficiale dellemittente nazionale in Romania. Lallora Società di Diffusione Radiotelefonica trasmetteva lintervento inaugurale del prof. Dragomir Hurmuzescu, il primo presidente dellistituzione, poi notiziari, previsioni meteo, musica e la prima conferenza trasmessa dalla radio, intitolata “La poesia popolare romena” di Horia Furtuna.
I primi programmi trasmessi dalla Romania allestero furono programmi musicali, accompagnati da brevi notiziari in inglese, italiano, francese e tedesco. La prima lettera rivolta a Radio Romania dallestero sembra sia arrivata dallEgitto. DallItalia scrisse per la prima volta il napoletano Oscar Laurenti, nel 1934. Negli anni successivi, cominciavano i notiziari in francese e tedesco e nel 1939 quelli in italiano. Nello stesso 1939, veniva inaugurato anche un programma dedicato agli Stati Uniti, prima della partecipazione romena all’Esposizione Universale di New York. E dobbiamo ricordare che sempre nel 1928 veniva fondata anche l’Orchestra Nazionale della Radio, su iniziativa del compositore Mihail Jora, al quale è intitolata oggi anche la nostra sala concerti.
L’85esimo anniversario di Radio Romania ha rappresentato un’ottima opportunità per invitarvi a riflettere sul futuro dei programmi radiofonici per l’estero, in occasione della Giornata dell’Ascoltatore. Quindi, abbiamo voluto sapere la vostra opinione su come cambieranno nei prossimi anni le emittenti radiofoniche per l’estero e le vostre aspettative. Come sarà e quanto ampia sarà l’offerta globale delle trasmissioni internazionali? Con quali mezzi sarà trasmessa la maggior parte dei programmi internazionali? Quale sarà il ruolo delle radio internazionali in un mondo in cui l’accesso all’informazione è sempre più facile?
Passiamo a presentare i vostri contributi. Il nostro amico Stefano Citterio vede il futuro delle radio internazionali a tinte chiaroscure. “Da una parte le redazioni internazionali saranno sempre più confrontate con i drastici tagli di personale, di budget, di riduzione delle lingue di emissione (alcune l’hanno già fatto o lo stanno facendo), ma allo stesso tempo si salveranno soprattutto quelle redazioni che trasmettono nelle lingue di Paesi in cui o vivono grandi comunità di connazionali oppure se si tratta di lingue di importanza mondiale. Altre radio invece continueranno a trasmettere per ragioni “geopolitiche”, per ragioni di potenza, che sia economica, politica o culturale, e queste continueranno ad essere abbondantemente finanziate dai loro governi, pur essendo comunque un elemento importante nel panorama radiofonico mondiale, scrive Stefano Citterio e aggiunge: “Ad ogni modo, il mezzo di diffusione più usato sarà internet o il DAB, a costi pressoché nulli e di diffusione globale, anche se le onde corte, tanto apprezzate dai cacciatori di DX, non scompariranno, essendo ancor oggi (e per molti anni ancora) spesso l’unica possibilità di ricezione in molti paesi in cui la rete non è ancora diffusa. Il ruolo della radio stessa, e di conseguenza delle emittenti internazionali, sarà sempre importante (del resto si profetizzava la morte della radio all’avvento della tv, e anche all’arrivo di internet, cosa dimostratasi fortunatamente falsa): avere notizie nella propria lingua o in lingue conosciute su paesi di cui i giornali e le tv nazionali spesso parlano raramente, essere informati sulla realtà sociale, turistica e culturale da una fonte diretta è una cosa alla quale molti non rinuncerebbero, e anzi potrebbero spingerli, magari ascoltando le trasmissioni nazionali dei vari paesi via internet, ad imparare nuove lingue, e non sempre e solo l’inglese o le più parlate al mondo. Insomma, l’offerta sarà sempre più ampia, e già lo è, miglioreranno le tecniche di ricezione dei nuovi apparecchi, e proprio la radio, non soggetta a limitazioni (per “i diritti di trasmissione”) come le tv, la cui libera circolazione anche all’interno dell’UE è solo sulla carta….. E sarà sempre bello sentire che “non tutte le radio” dicono le stesse cose o danno le notizie allo stesso modo”, conclude Stefano Citterio.
Giovanni Frassineti offre una risposta semplicissima: “La radio sarà tutta via rete internet, sia questa via cavo, sia via etere, wi-fi o retemobile”.
Adrian Micallef di Malta è del parere che, malgrado tutto, le radio sia locali ma soppratutto per l’estero hanno e avranno molto da offrire. “Naturalmente, dovranno adeguarsi ai cambiamenti molteplici di questi tempi. A mio giudizio la radio non puo essere sostituita da niente per me che ne sono amante. Certo, Facebook, Tweeter e altri ancora sono molto usati ma per me la radio resta il numero uno. Dalle radio estere capisco cosa succede nei paesi dove trassmettono queste radio che io particolarmente ne sento e seguo da tutto il mondo da la Romania fino all’India e Stati Uniti. Sono sempre programmi interessanti e con molte informazioni. Particolarmente per me mi voglio soffermare su un punto: in Paesi in via di sviluppo che non possono permettersi apparecchiature costossissime la radio normale e la cosa che preferiscono e seguono di più. Per questo si deve fare in modo che i programmi siano di contenuto maggiore. Sono sicuro che le radio avranno ancora da offrire in futuro”, aggiunge il nostro amico maltese.
“Proprio oggi, aspettando la vostra trasmissione, sono andato a vedere il vostro sito internet, molto bello e ricco di notizie e informazioni, davvero ben fatto! e la pagina Facebook di Radio Romania Internazionale… e pensavo a quanto tempo è passato dal giorno in cui ho ricevuto la vostra prima QSL”, scrive Fulvio Minerdo, e prosegue: “Poi, ascoltando il programma sento che state chiedendo a gli ascoltatori cosa pensano dei cambiamenti avvenuti nel mondo della radio… La prima QSL che ho ricevuto da Radio Romania (allora Radio Bucarest) è del 1991! Da allora i cambiamenti sono stati talmente numerosi che certo non si possono commentare tutti in poche righe. Per quanto riguarda il mondo della radio, penso che, se da una parte internet ha reso più semplice la comunicazione tra emittenti e ascoltatori dallaltra ha reso il rapporto più distaccato. Il futuro lo vedo male, temo che sempre più emittenti investiranno in internet e nel digitale e lascino “morire” la radio vera e propria. Da quella prima qsl del 91 ad oggi vi ho ascoltato praticamente sempre con la mia cara sony 7600 ds che “nel suo piccolo” mi ha dato tante soddisfazioni e spero che possa continuare per diverso tempo. non potrei mai ascoltare la radio con il computer! la Radio è unaltra cosa”, conclude Fulvio Minerdo.
Come sapete, Radio Romania internazionale ha aderito alla Rete Mondiale Virtuale di Italradio, il portale della radiofonia internazionale in lingua italiana, il cui coordinatore scientifico, Paolo Morandotti, ha spiegato come vede il futuro delle emittenti internazionali in un collegamento per la nostra Giornata dell’Ascoltatore.
“La domanda scelta come tema della giornata dellascoltatore “Quale futuro delle radio per l’estero?” è parte della più vasta questione su come si svilupperà la radio nei prossimi anni; ma è una parte importante, oserei dire fondamentale se ricordiamo che la radio è nata come strumento senza confini, come dimostrano gli esperimenti che si svolsero nel 1927 a Bucarest e che usavano quattro lingue, tra cui litaliano, proprio per parlare con il mondo intero. Le trasmissioni dirette allestero rappresentano, quindi, la parte più nobile della radio, anche se non la più moderna; ma proprio per il loro ruolo di ponte tra diverse culture, la loro attività di mediazione tra popoli diversi, per la loro capacità di far conoscere la realtà di un Paese anche chi non conosce le sue dinamiche sociali e politiche, sono un bene comune da difendere e diffondere. Nellepoca dellinfotainment troppi si sono dimenticati che la radio non solo informa e intrattiene, ma anche educa, come recitava un fortunato slogan degli anni 20. Leducazione va intesa solo come programma specifico; la si trova anche e soprattutto nellabitudine allascolto di chi sta oltre il confine, nel gusto della conoscenza di ciò che è lontano ma non separato da noi. Chi può svolgere questo ruolo meglio delle radio per lestero? Oggi viviamo in un mondo globalizzato, del quale lEuropa unita – comprendendo Paesi con innumerevoli lingue, culture, tradizioni, economie e società diverse le une dalle altre – è, in un certo senso, un laboratorio. Proprio noi cittadini europei, quindi, dovremmo capire più di altri limportanza di questo valore informativo che è molto lontano dal nuovo modello di radio che ci viene proposto; modello basato, appunto, sullintrattenimento, sullassecondare in tutto i gusti degli ascoltatori, come se fosse un moderno juke-box più o meno intelligente. Le sirene dellaccesso libero e facile allinformazione sono suadenti, ma linformazione qualificata non si ottiene così. Il futuro della radio per lestero dipende da come e in che misura il suo valore sarà compreso da chi ha il potere di plasmare la nuova radio. Noi speriamo, naturalmente, che sia un futuro sempre sulle onde corte e medie, perché superano ogni barriera e arrivano davvero a tutti; ma sarebbe un grave errore rifiutare il nuovo, anzi sarà necessario aumentare e migliorare costantemente la presenza su Internet delle radio internazionali, con le trasmissioni on line e siti che riprendano la cultura dellinformazione per lestero. La Rete Mondiale Virtuale di Italradio, alla quale Radio Romania Internazionale ha aderito – non a caso – con entusiasmo, può essere vista come una via nuova e moderna per le trasmissioni internazionali: le radio che si uniscono per creare un canale di comunicazione in una lingua, di facile uso per lascoltatore e di basso costo per le emittenti. Ma le tecnologie evolvono e altre idee nasceranno, affiancandosi a questa; impossibile sbilanciarsi in previsioni. Essere un modello di comunicazione e informazione che sappia conservare la propria identità e il proprio ruolo nel mondo che cambia: è questo il miglior augurio che possiamo rivolgere alla radio per lestero”, sottolinea Paolo Morandotti.
Emanuele Merico è convinto che il futuro della radio sarà inevitabilmente digitale. “Tuttavia, temo che sarà sempre meno internazionale ma ad uso interno, già si vede nei paesi che hanno cominciato a dotarsi del DAB/DAB+ che per finanziare queste innovazioni tecnologiche hanno ricavato i fondi tagliando le tradizionali trasmissioni in modulazione dampiezza. Per il DRM le cose sono diverse, se il DAB ha ancora costi proibitivi per il consumatore medio e pochi servizi, nel DRM le cose vanno anche peggio. Le radio DRM si contano letteralmente sulle dita di una mano e sono ancora più costose delle DAB, lunica alternativa economica sono gli SDR da
collegare al computer o da autocostruirsi seguendo le guide di altri
radioamatori/ascoltatori”, scrive Emanuele.
“Ai nostri giorni assistiamo al profondo mutamento che il mondo della comunicazione sta attraversando“, scrive il nostro amico di vecchia data Giovanni Sergi, il quale risponde cosi alla nostra domanda sul futuro delle radio per l’estero: Innanzitutto, se il bilancio lo permette, si può acquistare spazio per la programmazione presso alcuni organismi internazionali di broadcast che trasmetteranno il programma all’ora e sulle frequenze stabilite, oppure rivolgendosi sempre all’estero per la diffusione in onde medie o sul digitale terrestre, eventualmente anche tramite satellite. Ma la mossa vincente, dal punto di vista sia economico che tecnico, risulterà essere il ricorso ad internet con lo shoutcast (trasmissione in diretta) o con il podcast (trasmissione registrata) offerti al pubblico direttamente dal sito dell’emittente o tramite qualche programma di raccolta emittenti. L’utilizzo dello streaming di internet come sostituto della stazione trasmittente e del computer come mezzo ricevente si sta diffondendo sempre di più nel mondo incoraggiato dal fatto che alcuni Comuni oppure organismi di telecomunicazione mettono a disposizione gratuitamente il collegamento alla rete mondiale, e già parecchie emittenti con servizio internazionale che non trasmettono più in onde corte (oppure che utilizzano sia onde corte che web) lo hanno adottato. Come ogni cosa, la radio via internet ha vantaggi (anzitutto qualità e stabilità del suono) e svantaggi (la connessione a internet ha un costo e le interruzioni di rete sono frequenti), mentre il ricevitore tradizionale è trasportabile ovunque e non necessita di energia elettrica bensì di pile. Non bisogna dimenticare che la radio, qualunque sia il mezzo di trasmissione, rimane un formidabile strumento di promozione del Paese che trasmette, punto di riferimento per gli immigrati, per lo studio e il lavoro, di cultura per tutti, quindi qualunque strumento di trasmissione o supporto di ricezione si utilizzi la radio avrà sempre un ruolo importante nell’informare e nell’intrattenere, spesso nel formare le nuove generazioni quando si pensi all’istruzione a distanza nei paesi più sperduti tra i monti o tra le giungle più impervie. Con i nuovi media, si affiancano al tradizionale ricevitore altri mezzi per diffondere la cultura e la civiltà in modo da porre il sapere sempre di più alla portata di tutti. Il web è quindi un’opportunità per le emittenti che desiderano risparmiare sui costi di gestione dei trasmettitori (energia e manutenzione degli impianti) e dei locali, nonché del personale tecnico (per la regia automatica e altro), perché gestire un programma con lo streaming di internet è molto semplice ed economico“, conclude Giovanni Sergi.
Andrea Tucci ci scrive che, in futuro, la radiodiffusione si servirà sempre di più del digitale e di internet abbandonando del tutto le onde corte e medie. “E molto più semplice ascoltare la radio su internet che sintonizzarsi con una ricevitore, però io personalmente preferisco ascoltarvi in onda corta”, dice Andrea.
Nel suo messaggio, Gianni Alberici, che ci segue da anni, sottolinea quanto siano importanti i programmi che vanno in onda Bucarest per gli scambi culturali tra due Paesi come la Romania e l’Italia. “Attraverso le vostre trasmissioni sono venuto a conoscenza di tante cose interessanti del vostro Paese che riguardano l’economia, la storia, le tradizioni e la cultura della Romania. Ancora grazie per il vostro puntuiglioso, entusiastico e costante impegno nelle trasmissioni di Radio Romania internazionale in lingua italiana”. Siamo noi a ringraziare Lei, caro Gianni, come ringraziamo tutti voi per la vostra costante amicizia.
“Vorrei poter auspicare che nel futuro che ci aspetta ci sia ancora la presenza attiva di quello strumento di diffusione delle voci, dei suoni, delle notizie, della musica che ha caratterizzato lintero secolo ventesimo, vale a dire la Radio”, scrive Agide Melloni e prosegue: “Anche se intorno a noi abbondano i “becchini” che sono alacremente allopera per seppellire definitivamente un secolo di storia e di utilizzo di questo innovativo strumento grazie al quale il Mondo si è rimpicciolito, si è avvicinato, si è ascoltato, si è animato, ha saputo cose che altrimenti sarebbero per sempre state dominio di pochi, la Radio non può finire nelle bacheche dei musei o tra polverosi scaffali di anziani appassionati perchè sono convinto che abbia ancora molte chance da spendere e che il compito per il quale Guglielmo Marconi diede vita a questo incredibile ritrovato della scienza e della tecnologia, non è stato ancora del tutto assolto. Finchè questo nostro disastrato pianeta continuerà ad avere steppe, deserti, montagne, lande isolate, zone scarsamente popolate, distese enormi di territori ricoperti di neve e ghiaccio, savane e finchè dentro queste porzioni di territorio del nostro pianeta vivranno, lavoreranno, viaggeranno uomini, donne e bambini, io credo ci sia posto per una Radio. Anzi, credo che solo la Radio abbia una possibilità di sconfiggere la lontananza, lisolamento e la solitudine di comunità che non potranno mai essere raggiunte dalle cosidette “nuove tecnologie”. Quante volte abbiamo maneggiato con noncuranza una piccola Radio, funzionante a batteria, labbiamo avvicinata allorecchio ed…abbiamo sentito arrivare il mondo! Quello stesso mondo che con le proprie scoperte, le innovazioni, linvenzione dei computer, dei cellulari e di mille altri infernali aggeggi sta dividendo le comunità degli uomini tra chi ha la fortuna di poter usufruire di tutto questo e chi non lavrà mai! Non si tratta di un problema di soldi – o almeno non solo di questi – ma si tratta di un problema più semplice: lesistenza di un veicolo di propagazione delle onde sonore (la nostra atmosfera) che non ha bisogno delle attrezzature sofisticate della rete web per far viaggare suoni e voci! Sfido chiunque a dimostrare che per un beduino del Sahara è più facile ascoltare le notizie con il computer anzichè con una Radio perchè è esattamente linverso! Detto ciò, cari amici di RRI, non sarò certamente io a negare le opportunità che le nuove scoperte tecnologiche possono mettere a disposizione di tutti noi. Anche nel campo delle comunicazioni si aprono strade interessanti, nuovi metodi per mettere in relazione tra di loro paesi e persone. Anche le emittenti radio broadcast che finora avevano utilizzato le frequenze radio in Onde Corte per farsi ascoltare da altri utenti in altri paesi, stanno velocemente scoprendo le opportunità che si aprono anche per loro. A causa della crisi ma anche a causa di politiche non sempre attente, si sta procedendo ad una velocità astronomica verso la chiusura delle trasmissioni radio rivolte allestero. Alle Onde Corte si sostituiscono le programmazioni online, il web, il poadcast rendendo lascolto delle emittenti ne più, ne meno che un insignificante click su un pulsante del proprio computer, ottenendo ascolto pulito in cambio di…molta freddezza! Il vantaggio – e questo va riconosciuto – è quello di un rapporto tra Radio ed ascoltatore più immediato, veloce e con un metodo di relazionarsi pressochè istantaneo: mentre si ascolta si può interloquire con la emittente inviando un commento o una mail o postando un proprio rapporto dascolto anche utilizzando le pagine Facebook! Incredibile ma vero! Io penso, cari amici, che queste due piste su cui viaggiano le notizie – Onde Corte e Web- potrebbero integrarsi e ritagliarsi loro ben definiti territori. Ma per fare questo è necessario che i “becchini” di cui parlavo allinizio cambino strategia ed investano risorse e cervelli per “cambiare” la Radio, facendola diventare più competitiva pur mantenendola la nostra cara scatoletta da cui escono i suoni. Far diventare, in sostanza, lapparecchio radio uno strumento tecnologicamente nuovo, in grado di sfruttare le nuove tecniche di propagazione dei segnali, eliminando quei fischi, rumori, fading che noi vecchi amanti della radio attendiamo ogni sera, quando giriamo le manopole della nostra compagna Radio”, conclude Agide Melloni.
“Credo che la possibilità di sentire una voce da un Paese straniero sia una grande forma di democrazia”, spiega il nostro amico Edoardo Milani e prosegue: “Lera digitale ci offre molte opportunità ma sempre più circoscrive le nostre potenzialità. Un tipico esempio è google che come motore di ricerca se non si danno indicazioni molto specifiche o addirittura lindirizzo web esatto, ci manda dove vuole lui. Quindi lunga vita alla radio e alle sue voci che fanno anche molta compagnia!”, conclude Edoardo.
Lunga vita diciamo anche noi ancora una volta a Radio Romania e lunga vita a voi, i suoi ascoltatori!