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La gestione della crisi dei rifugiati in Europa

Oltre 700 mila rifugiati ed immigrati sono arrivati in Europa, via il Mediterraneo, dallinizio dellanno: circa 560 mila – di cui oltre il 60% siriani – sono arrivati attraverso la Grecia e circa 140 mila attraverso lItalia. La situazione è lungi dal migliorare. Al contrario. Il monito è stato lanciato dal presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, il quale ha parlato di una possibile nuova ondata di rifugiati dalle regioni siriane bombardate, da qualche settimana, dallesercito russo. Perciò, Donald Tusk ha chiesto nuovamente una più stretta cooperazione tra gli stati membri dellUe per la soluzione della crisi. Segno della loro preoccupazione, il presidente francese François Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno incluso, del resto, la questione della migrazione nel programma di un incontro bilaterale, martedi, a Parigi.

La gestione della crisi dei rifugiati in Europa
La gestione della crisi dei rifugiati in Europa

, 28.10.2015, 15:30

Oltre 700 mila rifugiati ed immigrati sono arrivati in Europa, via il Mediterraneo, dallinizio dellanno: circa 560 mila – di cui oltre il 60% siriani – sono arrivati attraverso la Grecia e circa 140 mila attraverso lItalia. La situazione è lungi dal migliorare. Al contrario. Il monito è stato lanciato dal presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, il quale ha parlato di una possibile nuova ondata di rifugiati dalle regioni siriane bombardate, da qualche settimana, dallesercito russo. Perciò, Donald Tusk ha chiesto nuovamente una più stretta cooperazione tra gli stati membri dellUe per la soluzione della crisi. Segno della loro preoccupazione, il presidente francese François Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno incluso, del resto, la questione della migrazione nel programma di un incontro bilaterale, martedi, a Parigi.



La Romania, attraverso il presidente Klaus Iohannis, promette sostegno e una migliore collaborazione con i Paesi al confine del fenomeno. Promette, allo stesso tempo, una maggiore implicazione nelle azioni della Frontex – lorganismo europeo incaricato della tutela dei confini esterni dellUnione. Dopo che, domenica, ha partecipato ad un mini-vertice durgenza sul tema della migrazione nella regione dei Balcani Occientali, il capo dello stato romeno ha precisato che è stato deciso laumento delle capacità di accoglienza dei rifugiati in Grecia e negli altri Paesi sulla rotta dei rifugiati. Questo aumento si farà con il sostegno dellAlto Commissariato dellOnu per i Rifugiati e qualora le capacità degli stati colpiti non siano sufficienti, potrà essere attivato anche il meccanismo di protezione civile dellUe.



“La Romania non è nè Paese di transito, nè Paese di destinazione per questo flusso di rifugiati. Io ho partecipato alla riunione perchè è cosi che hanno ritenuto gli organizzatori, che fosse bene che vi fosse rappresentata anche la Romania, la quale è molto vicina alla zona in cui cè un flusso significativo di rifugiati. Ho proposto un maggiore sostegno alla Grecia, e, daltra parte, una migliore cooperazione con la Turchia, ma anche una più stretta cooperazione tra gli stati sulla rotta di migrazione nei Balcani Occidentali”, ha detto il presidente Iohannis.



Ieri, Iohannis ha avuto un incontro con il premier romeno Victor Ponta, dove ha discusso, tra laltro, della posizione della Romania sulla questione dei rifugiati e sullo stadio dei preparativi per laccoglienza di alcuni di loro. La Romania ha accettato di accogliere oltre 4 mila persone. Nel frattempo, uomini, donne e bimbi continuano il loro periplo verso lovest o il nord dellEuropa sulla rotta dei Balcani Occidentali. Paesi della regione come la Macedonia, la Serbia, la Croazia, la Slovenia, ma anche lAustria, come Paese di transito, riscontrano difficoltà nel gestire il loro transito in buone condizioni. In assenza di misure rapide ed efficienti, la crisi migratoria potrebbe provocare un “sisma nel paesaggio politico europeo”, ammonisce il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk. (traduzione di Adina Vasile)


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