La Festa dell’Esercito Romeno
Cerimonie militari e religiose, mostre di tecnica militare, momenti artistici e gare sportive hanno celebrato il 25 ottobre la Festa dell’Esercito Romeno. Ad Arad, nell’ovest del Paese, è stato reso omaggio agli eroi immolatisi a Paulis nell’autunno del 1944, dopo che la Romania si era schierata con gli alleati, puntando le armi contro i nazisti.
Roxana Vasile, 26.10.2015, 13:53
Cerimonie militari e religiose, mostre di tecnica militare, momenti artistici e gare sportive hanno celebrato il 25 ottobre la Festa dell’Esercito Romeno. Ad Arad, nell’ovest del Paese, è stato reso omaggio agli eroi immolatisi a Paulis nell’autunno del 1944, dopo che la Romania si era schierata con gli alleati, puntando le armi contro i nazisti.
Un gruppo di allievi della Scuola militare di sottufficiali di Radna, in età tra i 18 e i 20 anni, è riuscito a fermare le truppe ungheresi e tedesche, molto meglio equipaggiate e sperimentate, che li sopraffacevano in una percentuale di 8 a 1. La battaglia è rimasta nella storia come una delle più accanite della seconda Guerra Mondiale.
Presente alle cerimonie di Arad, il presidente Klaus Iohannis ha dichiarato: E’ un giorno in cui rendiamo onore alla memoria dei nostri eroi che hanno sacrificato le proprie vite affinchè questa stirpe permanga lungo la storia, di coloro che si sono dedicati alla difesa della Patrai, che hanno contribuito attraverso il loro sacrificio alla formazione della nazione e dello stato romeno, ma anche di coloro che si sono immolati in missioni internazionali, a nome di valori e principi universali.
Il ministro della Difesa, Mircea Dusa, ha partecipato alle cerimonie di Carei, nel nord-ovest del Paese, dove è stato segnato un altro momento memorabile della seconda Guerra Mondiale: la liberazione della Transilvania, terra romena occupata dalle truppe di Horthy.
71 anni fa, qui, a Carei e Satu Mare, i militari dell’Esercito della Romania voltavano ufficialmente l’ultima pagina di un capitolo doloroso di quei tempi, riportando la Transilvania entro i confini normali, accanto al resto della Romania, ha detto il ministro.
Durante la seconda guerra mondiale, i militari romeni hanno scritto la storia anche a Stalingrado, sul territorio dell’allora Unione sovietica. Fu lì che l’Esercito romeno subì le maggiori perdite della sua storia: 155.000 morti, feriti e dispersi. Il numero preciso dei morti non è stato accertato nemmeno ai nostri giorni.
Il 25 ottobre, in occasione della Festa dell’Esercito, a Rossoshka, vicino a Volgograd, già Stalingrado, è stato inaugurato il primo cimitero dei romeni immolatisi nella battaglia. Vi verranno portate le spoglie di militari sepolti in altre località o che verranno scoperte nel futuro.
Alla seconda Guerra Mondiale è indissolubilmente legato anche il nome dell’ex sovrano Michele I di Romania, il quale il 25 ottobre ha compiuto i 94 anni. La principessa ereditaria Margareta si è congratulata con il padre a nome di tutti i romeni.
Sua Maestà ha attraversato quasi un secolo di vita con l’altezza di un vero uomo di stato, calmo, bravo, buono e giusto. Quando si è trattato del suo impegno e dei principi, il re ha saputo essere fermo, a volte spietato, ha detto la principessa.
L’unico capo di stato in vita del periodo della seconda Guerra Mondiale, Re Michele ha influenzato in maniera decisiva il corso del conflitto: ha deciso di ritirare la Romania dall’alleanza con l’Asse. E’ di notorietà che questa coraggiosa decisione ha accorciato di almeno 6 mesi la durata della guerra. Sua Maestà è anche l’unico maresciallo romeno in vita.