La diplomazia europea e la crisi siriana
Riuniti a Lussemburgo, i ministri degli Esteri dell’Unione Europeo hanno chiesto alla Russia di por fine subito agli attacchi aerei contro l’opposizione siriana moderata. La diplomazia europea considera che una pace durevole in Siria non è raggiungibile se il presidente Bashar al-Assad resta al potere. L’opinione non è condivisa dalla Russia che, su richiesta del leader di Damasco, sta bombardando da parecchi giorni in Siria posizioni di cui afferma che siano dello Stato islamico.
Corina Cristea, 13.10.2015, 12:31
Riuniti a Lussemburgo, i ministri degli Esteri dell’Unione Europeo hanno chiesto alla Russia di por fine subito agli attacchi aerei contro l’opposizione siriana moderata. La diplomazia europea considera che una pace durevole in Siria non è raggiungibile se il presidente Bashar al-Assad resta al potere. L’opinione non è condivisa dalla Russia che, su richiesta del leader di Damasco, sta bombardando da parecchi giorni in Siria posizioni di cui afferma che siano dello Stato islamico.
L’escalation militare nella zona ha portato il dossier siriano al primo piano della politica internazionale. I capi delle diplomazie degli stati UE hanno sottolineato che va evitato a tutti i costi un vuoto politico in Siria, simile a quello della Libia. Stando alle cariche europee, il problema di una transizione politica in Siria va risolto mantenendo il principio della sovranità e dell’integrità territoriale di questo Paese, in cui coesistano tutte le minoranze religiose – sunniti, sciiti e cristiani.
Il ministro degli Esteri lussemburghese, Jean Asselborn, il cui Paese ha ha presidenza di turno dell’UE, ha ammonito che, se gli Stati Uniti d’America e la Russia non raggiungeranno un’intesa sulla situazione in Siria, allora nessuna soluzione sarà raggiunta.
L’Unione Europea deve tentare di portare la Russia nella coalizione internazionale contro l’organizzazione dello Stato islamico, ai sensi della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Quindi, non dobbiamo tagliare i ponti di comunicazione con la Russia. La Russia si coinvolge e ora aiuta Assad a giocare una carta al termine del periodo di transizione politica in Siria, ha detto Asselborn.
Il regime Assad ha la maggiore responsabilità per i 250.000 morti provocati finora dal conflitto e per i milioni di cittadini che hanno lasciato questo Paese, si legge nel testo adottato dai ministri degli Esteri a Lussemburgo.
Il ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu, ha valutato nel corso della riunione che le azioni della Russia in Siria contribuiscono alla radicalizzazione terroristica nella regione, e il coinvolgimento di Mosca in questo Paese non deve distogliere l’attenzione dalla situazione in Ucraina.
La Romania è pronta a impegnarsi attivamente nella facilitazione del dialogo, anche tramite la sua ambasciata a Damasco, che è funzionale, ha aggiunto Aurescu, spiegando che Bucarest appoggia l’attività e il piano dell’emissario speciale dell’ONU, Staffan de Mistura, per la soluzione del conflitto siriano.