La cultura di sicurezza
In Romania non esiste sufficiente cultura nel campo della sicurezza e della prevenzione dei disastri, mentre la preparazione del personale che controlli il rispetto delle regole presenta carenze. Daltra parte, ignorando i possibili pericoli, molti imprenditori rischiano i propri affari e mettono in pericolo la vita delle persone. Le affermazioni sono state fatte dal vicepresidente dellAssociazione Romena per la Tecnica di Sicurezza, Stelian Aron:
Roxana Vasile, 18.03.2016, 17:22
In Romania non esiste sufficiente cultura nel campo della sicurezza e della prevenzione dei disastri, mentre la preparazione del personale che controlli il rispetto delle regole presenta carenze. Daltra parte, ignorando i possibili pericoli, molti imprenditori rischiano i propri affari e mettono in pericolo la vita delle persone. Le affermazioni sono state fatte dal vicepresidente dellAssociazione Romena per la Tecnica di Sicurezza, Stelian Aron:
“Loro non capiscono molto bene le necessità di sicurezza. I manager di simili strutture hanno la tendenza di tentare di evitare le spese in questo settore. Ma i mancati investimenti nella sicurezza, tendenza alla quale possono aggiungersi anche le negligenze, possono portare a un disastro come quello avvenuto nel club Colectiv di Bucarest. Li ci sono state una serie di inosservanze che hanno portato al disastro”.
A causa del modo in cui era costruito ledificio che ospitava il club e dei materiali da costruzione usati allinterno, le circa 400 persone presenti, lo scorso 30 ottobre, nel club bucarestino Colectiv, non hanno avuto molte chanche di salvarsi dallincendio durato solo 153 secondi. È la conclusione del rapporto dellIstituto si Sicurezza Mineraria e Protezione Antiesplosioni di Petrosani (sud della Romania) che rifa, secondo per secondo, il film della tragedia in seguito alla quale hanno perso la vita 64 persone. Tutto è partito dallo spettacolo pirotecnico che doveva animare il concerto del gruppo rock “Goodbye to Gravity”.
Gli specialisti dellIstituto di Petrosani hanno stabilito che i fuochi dartificio sono durati 15 secondi, sufficienti affinchè una scintilla arrivi su un pilastro rivestito di materiale di isolamento fonico. Le fiamme sono salite al soffitto, al secondo 24, e si sono estese, alimentate dal sistema di ventilazione. Al secondo 41, i sistemi di ventilazione si sono bloccati a causa del fumo e sempre in quel momento è stata aperta la prima delle due porte del club. 10 secondi più tardi, una miscella di gas infiammabili sono scesi a livello del pubblico. In soli 72 secondo tutto il club è stato invaso dal fumo e in 105 secondi le fiamme sono scese a solo 1 metro dal pavimento, cioè molto vicino alle persone che erano ancora rimaste allinterno. Solo dal secondo 113 le fiamme e il fumo hanno inziato ad essere evacuate per via naturale grazie alle porte aperte, mentre al secondo 153 lincendio è iniziato ad estinguersi da solo.
Le conclusioni tenciche rappresentano una delle prove più importanti del fascicolo in cui i proproetari del club Colectiv e i tecnici che si sono occupati dei fuochi dartificio sono indagati per omicidio doloso. I tre non sono però gli unici imputati. I procuratori hanno aperto unindagine penale ed hanno messo sotto accusa anche due dipendenti dellIspettorato per Situazioni dEmergenza per il modo in cui hanno rilasciato lautorizzazione al club, ma anche per i controlli che sarebbero stati necessari nel club Colectiv, e invece non ci sono stati. Nello stesso fascicolo, lex sindaco e due dipendenti del Comune del rione della capitale in cui si trovava il club sono accusati, rispettivamente, di dabuso e concorso in abuso dufficio. (traduzione di Octavian Cordos)