La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e la situazione nei penitenziari
Le brutte notizie da Strasburgo non fanno che confermare una situazione di cui tutti sono a conoscenza in Romania. Le condizioni di detenzione nei penitenziari romeni trasgrediscono la Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo e rilevano una disfunzionalità strutturale, mentre per rimediarla c’è bisogno di misure generali adottate dallo stato — ha constatato la Corta Europea dei Diritti dell’Uomo.
Bogdan Matei, 26.04.2017, 14:35
Le brutte notizie da Strasburgo non fanno che confermare una situazione di cui tutti sono a conoscenza in Romania. Le condizioni di detenzione nei penitenziari romeni trasgrediscono la Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo e rilevano una disfunzionalità strutturale, mentre per rimediarla c’è bisogno di misure generali adottate dallo stato — ha constatato la Corta Europea dei Diritti dell’Uomo.
La Romania ha a disposizione solo sei mesi per presentare un calendario e un pacchetto di misure che risolvano il sovraffollamento dei penitenziari e le condizioni inadeguate di detenzione. Tramite la decisione-pilota adottata martedì, la Corte ha multato la Romania di circa 17.850 euro e ha deciso di sospendere l’esaminazione di altre simili querele fino a quando le autorità di Bucarest presenteranno le misure che intendono adottare.
Per il momento, le statistiche ufficiali indicano un deficit di oltre 11.000 posti e un grado di occupazione di oltre il 200% in 8 delle 44 prigioni romene. Tra le possibili soluzioni ci sono la costruzione di nuove prigioni oppure l’estensione degli spazi carcerari già esistenti, la concessione della grazia ai detenuti che devono espiare pene di pochi anni e la diminuzione dei periodi di esecuzione in certe condizioni, oppure gli arresti domiciliari nel caso di alcuni condannati.
Il premier Sorin Grindeanu ha annunciato di aver già analizzato la decisione della Corte EDU con il ministro della Giustizia, Tudorel Toader, e si è detto convinto che il ministro elaborerà per tempo un piano di misure. La grazia o gli arresti domiciliari non risolvono la situazione del sovraffollamento delle prigioni, se non a breve termine — ammonisce il direttore dell’Amministrazione Nazionale dei Penitenziari, Marius Vulpe, il quale propone la costruzione di nuovi edifici carcerari.
Marius Vulpe: “A lungo termine, l’unica soluzione è di costruire nuovi luoghi di detenzione e di ristrutturare quelli vecchi. L’essenza di una condanna è proprio questa. La grazia o gli arresti domiciliari non risolvono la situazione esistente nei penitenziari. Bisogna investire nei penitenziari per modernizzarli e aumentarne la capienza.”
L’ex ministro della Giustizia, Titus Corlăţean, eletto di recente vicepresidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, ha affermato che il periodo concesso dalla Corte EDU è piuttosto breve: “Non sarà per niente facile che, entro sei mesi, sia messo a punto un piano coerente, che diventi realtà. Ciò vuol dire stanziare risorse e vuol dire stabilità nelle decisioni prese in piano interno.”
Stando agli esperti, per quanto possano sembrare care le misure che devono essere adottate, saranno un investimento proficuo, perché solo negli ultimi anni lo stato romeno ha pagato più di due milioni di euro di risarcimenti ai detenuti che hanno vinto alla Corte EDU i processi contro lo stato romeno per le condizioni esistenti nei penitenziari. (tr. G.P.)