La Corte Costituzionale sull’abuso d’ufficio
La Corte Costituzionale della Romania ha ammesso solo parzialmente
l’eccezione di incostituzionalità relativa all’abuso d’ufficio.
Bogdan Matei, 16.06.2016, 15:30
La Corte Costituzionale della Romania ha ammesso solo parzialmente
l’eccezione di incostituzionalità relativa all’abuso d’ufficio.
I timori dei procuratori, della stampa e della società civile, come
anche le speranze di molte persone pubbliche indagate per reati di corruzione
sono state stroncate mercoledì, quando la Corte Costituzionale ha ammesso solo
parzialmente l’eccezione di incostituzionalità relativa all’abuso d’ufficio. I
giudici della corte hanno deciso che le disposizioni della legislazione penale
sono costituzionali, nella misura in cui si nota che l’adempimento ai compiti
di servizio implica la trasgressione della legge. La decisione è stata presa
all’unanimità, è definitiva, obbligatoria e verrà applicata in futuro.
Il presidente ad interim della Corte Costituzionale, Valer Dorneanu, ha
spiegato che non si può dire per nulla che l’abuso d’ufficio sia stato assolto,
mentre il suo collega Petre Lăzăroiu ha affermato che è stato necessario
chiarire i concetti.
Il giudice deve vedere se la legge è stata trasgredita o meno.
Questo sintagma dava la possibilità di interpretare ciascun atto. Qualsiasi
adempimento che non corrispondeva al pattern che aveva in mente il procuratore
poteva essere definito difettoso e le cose non potevano rimanere così, ha
affermato Petre Lăzăroiu.
Tra i protagonisti dei dossier in cui è stata invocata l’eccezione di
incostituzionalità relativa all’abuso d’ufficio si annovera persino l’ex capo
della Direzione di Investigazione sui Reati di Criminalità Organizzata e
Terrorismo (DIICOT – la procura antimafia), Alina Bica, oppure politiche che la
stampa chiama baroni locali, tra cui gli ex presidenti dei consigli
provinciali di Costanza e Brăila, Nicuşor Constantinescu e Gheorghe Bunea
Stancu.
I giudici della Corte Costituzionale hanno deciso, sempre mercoledì, che
l’articolo della Legge speciale in base alla quale opera la DNA è
costituzionale. In precedenza, il procuratore-capo della DNA, Laura Codruţa
Kovesi, aveva attirato l’attenzione sul fatto che l’assoluzione dell’abuso d’ufficio
bloccherebbe 800 dossier in via di soluzione. Inoltre, avrebbe reso impossibile
il recupero dei danni recati tramite questo reato, ammontati l’anno scorso a
620 milioni di euro.
Anche il capo dell’Accademia Internazionale contro la Corruzione, Martin
Kreutner, aveva detto che l’incriminazione dell’abuso d’ufficio in Romania è
molto importante e aveva ricordato che la legislazione romena in questo settore
è riconosciuta dalle istituzioni internazionali.
Spero che la decisione della Corte Costituzionale sia una che chiarisca
e faciliti il percorso della giustizia in Romania – ha dichiarato il capo dello
stato, Klaus Iohannis.
Dal canto suo, il presidente del Senato, Călin Popescu-Tăriceanu,
d’altronde un critico molto attivo della cosiddetta repubblica dei
procuratori, ha detto, apparentemente molto contento, che l’abuso
d’ufficio previsto nel Codice penale non è stato assolto, è rimasto valido,
però è stato più rigorosamente definito. (traduzione di Gabriela Petre)