Kosovo: PE chiede a cinque stati di riconoscerere indipendenza
A cinque anni dalla dichiarazione unilaterale dell’indipendenza del Kosovo, l’ex provincia serba, abitata da popolazione a maggioranza albanese, continua a dividere l’Ue. Mentre la maggioranza dei Paesi comunitari, con Germania e Francia in testa, hanno riconosciuto la sua indipendenza, la Romania, la Spagna, la Grecia, il Cipro e la Slovacchia continuano ad avere dei riserbi.
România Internațional, 19.04.2013, 13:17
In una risoluzione adotatta ad ampia maggioranza, il Parlamento europeo esorta i cinque paesi ad accettare lo status del Kosovo, valutando che l’eventuale firma dell’Accordo di stabilizzazione e associazione incoraggerebbe la sua integrazione regionale ed europea, ponendo come obiettivo finale l’ingresso nell’Ue.
I commentatori di politica estera attribuiscono l’atteggiamento dei cinque Paesi alle situazioni interne estremamente sensibili, in quanto si confrontano essere stesse con le ambizioni secessionistiche di alcune minoranze etniche. Se questi Paesi riconoscessero l’indipendenza del Kosovo, l’ex provincia serba diventerebbe un precedente pericoloso per l’autonomia dei propri territori.
D’altra parte, il dossier del Kopsovo è tornato sull’agenda dell’attualità europa con la ripresa accelerata dei negoziati tra le autorità di Belgrado e Pristina, mediati dall’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Catherine Ashton. Il pomo della discordia è l’alto livello di autonomia richiesto da Belgrado per la popolazione a maggioranza serba del nord del Kosovo.
Un compromesso non aiuterà solo il Kosovo, che, in tal modo, potrebbe avere le porte aperte presso istituzioni di rilevanza internazionale, ma anche la Serbia. La firma di un accordo con le autorità kosovare è una condizione ferma per l’avvio dei negoziati di adesione della Serbia all’Ue.
Praticamente, un’intesa delle parti completerebbe le riforme con effetti visibili compiute dalla Serbia negli ultimi anni, e darebbe una rinfrescata alle discussioni tra Belgrado e Bruxelles. Inoltre, un accordo tra Belgrado e Pristina potrebbe por fine alle forti tensioni inter-etniche che hanno sconvolto negli anni ’90 lo spazio ex-jugoslavo, provocando sanguinosi conflitti.