Istruzione: tre alunni su quattro, lezioni in presenza in Romania
In Romania, le lezioni continuano questa settimana in presenza solo nelle scuole in cui il 60% del personale didattico è vaccinato, a prescindere dallincidenza dei contagi nella rispettiva località. Il Ministero dellIstruzione ha chiesto leliminazione di questa condizione laddove lindice di contagio è inferiore a 3 casi per mille abitanti, ma il Ministero della Salute non è stato daccordo “per motivi epidemiologici, raccomandando il mantenimento delle regole per un determinato periodo, per vedere gli effetti delle misure e solo successivamente applicare nuovi criteri.
Tuttavia, il Ministero dellIstruzione ha considerato necessario introdurre un modo differenziato di calcolo del tasso vaccinale. In pratica, adesso, le scuole possono aprire le porte se il 60% del personale docente è vaccinato, anche se a livello dellintera unità con personalità giuridica tale criterio non è stato adempiuto. Tuttavia ci sono quasi 5.000 unità che continueranno la didattica online e 13.000 strutture di insegnamento pre-universitario in cui le lezioni si svolgono in presenza. Nel contesto, le autorità annunciano che nel settore di insegnamento pre-universitario, anche i bambini dellasilo saranno testati per il coronavirus due volte alla settimana, utilizzando test antigenici salivari rapidi, che dovrebbero essere forniti alle scuole questa settimana.
Il Ministero della Salute insiste che il test è semplice e facile da eseguire e non richiede conoscenze mediche di specialità. Il medico Andrei Baciu, segretario di stato nel Ministero della Salute, ha sottolineato che in seguito ai test potrebbero essere individuati casi positivi tra gli alunni ed evitati, in questo modo, ulteriori contagi. “I tamponi salivari saranno fatti a scuola. Tutte queste cose sono dettagliate di modo che si svolgano in base a una procedura sistematica applicata da tutti. In caso di positività sarà effettuata anche la diagnosi tramite test RT-PCR oppure tramite test antigenico, appunto perché è lunica modalità reale di diagnosi. Non è una questione complessa, è un semplice test, credo che ogni persona in Romania sia stata testata oppure abbia effettuato da sola il test. Quindi, dobbiamo agire in modo sistematico per arrivare a un numero quanto più basso di contagi, ha dichiarato Andrei Baciu.
Due grandi sindacati dellinsegnamento affermano, però, in un comunicato, che i dipendenti del settore non possono essere costretti a testare gli alunni per il coronavirus e chiedono che i tamponi siano fatti in famiglia. I rappresentanti dei sindacati chiedono al Governo di intervenire per cancellare subito queste istruzioni che, nella loro opinione, porteranno al blocco dellattività nelle unità di insegnamento e alla loro trasformazione in focolai di infezione. Inoltre, un sondaggio realizzato tra i docenti della Federazione dei Sindacati dellInsegnamento Spiru Haret rileva che tre quarti degli insegnanti non desiderano sorvegliare i ragazzi durante lesecuzione dei tamponi salivari.
Daniela Budu, 15.11.2021, 15:58
In Romania, le lezioni continuano questa settimana in presenza solo nelle scuole in cui il 60% del personale didattico è vaccinato, a prescindere dallincidenza dei contagi nella rispettiva località. Il Ministero dellIstruzione ha chiesto leliminazione di questa condizione laddove lindice di contagio è inferiore a 3 casi per mille abitanti, ma il Ministero della Salute non è stato daccordo “per motivi epidemiologici, raccomandando il mantenimento delle regole per un determinato periodo, per vedere gli effetti delle misure e solo successivamente applicare nuovi criteri.
Tuttavia, il Ministero dellIstruzione ha considerato necessario introdurre un modo differenziato di calcolo del tasso vaccinale. In pratica, adesso, le scuole possono aprire le porte se il 60% del personale docente è vaccinato, anche se a livello dellintera unità con personalità giuridica tale criterio non è stato adempiuto. Tuttavia ci sono quasi 5.000 unità che continueranno la didattica online e 13.000 strutture di insegnamento pre-universitario in cui le lezioni si svolgono in presenza. Nel contesto, le autorità annunciano che nel settore di insegnamento pre-universitario, anche i bambini dellasilo saranno testati per il coronavirus due volte alla settimana, utilizzando test antigenici salivari rapidi, che dovrebbero essere forniti alle scuole questa settimana.
Il Ministero della Salute insiste che il test è semplice e facile da eseguire e non richiede conoscenze mediche di specialità. Il medico Andrei Baciu, segretario di stato nel Ministero della Salute, ha sottolineato che in seguito ai test potrebbero essere individuati casi positivi tra gli alunni ed evitati, in questo modo, ulteriori contagi. “I tamponi salivari saranno fatti a scuola. Tutte queste cose sono dettagliate di modo che si svolgano in base a una procedura sistematica applicata da tutti. In caso di positività sarà effettuata anche la diagnosi tramite test RT-PCR oppure tramite test antigenico, appunto perché è lunica modalità reale di diagnosi. Non è una questione complessa, è un semplice test, credo che ogni persona in Romania sia stata testata oppure abbia effettuato da sola il test. Quindi, dobbiamo agire in modo sistematico per arrivare a un numero quanto più basso di contagi, ha dichiarato Andrei Baciu.
Due grandi sindacati dellinsegnamento affermano, però, in un comunicato, che i dipendenti del settore non possono essere costretti a testare gli alunni per il coronavirus e chiedono che i tamponi siano fatti in famiglia. I rappresentanti dei sindacati chiedono al Governo di intervenire per cancellare subito queste istruzioni che, nella loro opinione, porteranno al blocco dellattività nelle unità di insegnamento e alla loro trasformazione in focolai di infezione. Inoltre, un sondaggio realizzato tra i docenti della Federazione dei Sindacati dellInsegnamento Spiru Haret rileva che tre quarti degli insegnanti non desiderano sorvegliare i ragazzi durante lesecuzione dei tamponi salivari.