Istruzione: Romania, professori e didattica online
Sullo sfondo della pandemia di COVID-19, in Romania, la scuola online è arrivata con molti altri problemi. In alcuni casi non sono stati acquistati gli equipaggiamenti necessari per lo svolgimento delle lezioni online, mentre in altri si lavora ancora all’infrastruttura per l’insegnamento online. Ci sono anche docenti che rifiutano di insegnare su internet non solo per mancanza di attrezzatura o internet, come accade il più delle volte negli ambienti rurali. Loro affermano di non voler utilizzare le piattaforme sulle quali sarebbero raccolti i loro dati personali, mentre quelli che già insegnano online affrontano numerosi problemi tecnici.
Daniela Budu, 24.09.2020, 11:29
Sullo sfondo della pandemia di COVID-19, in Romania, la scuola online è arrivata con molti altri problemi. In alcuni casi non sono stati acquistati gli equipaggiamenti necessari per lo svolgimento delle lezioni online, mentre in altri si lavora ancora all’infrastruttura per l’insegnamento online. Ci sono anche docenti che rifiutano di insegnare su internet non solo per mancanza di attrezzatura o internet, come accade il più delle volte negli ambienti rurali. Loro affermano di non voler utilizzare le piattaforme sulle quali sarebbero raccolti i loro dati personali, mentre quelli che già insegnano online affrontano numerosi problemi tecnici.
I professori romeni devono imparare a insegnare online, ha insistito nuovamente il premier Ludovic Orban, nel contesto in cui ci sono anche docenti che non vogliono impartire lezioni in questo modo: Tutta l’estate abbiamo organizzato corsi per il miglioramento delle competenze digitali del corpo docente. Continuiamo costantemente a realizzare corsi del genere, e i professori dovrebbero abituarsi a questo modo di insegnare. È difficile anticipare quanto durerà la pandemia o quando sarà scoperto un vaccino. È ovvio che le lezioni a scuola si svolgeranno in una di queste tre situazioni: con gli alunni presenti in aula, in variante mista ibrida, e online, se nel caso di una scuola si dovesse applicare lo scenario rosso”.
A causa della pandemia, la Legge sull’Istruzione è stata modificata e prevede che il processo di insegnamento prescolare, scolare, preuniversitario e universitario si può svolgere online durante lo stato di emergenza o di assedio. La legislazione non prevede i corsi online anche durante lo stato di allerta, in cui la Romania si trova da metà maggio, per cui il capo dell’Esecutivo non ha escluso, di recente, un’ulteriore modifica della Legge sull’Istruzione. Ludovic Orban dichiarava, di recente, che in più, a sostegno del processo di insegnamento, ci saranno “lezioni trasmesse alla televisione pubblica, nell’ambito del partenariato che ha funzionato anche durante lo stato di emergenza e successivamente, fino alla chiusura del precedente anno scolastico”.
Dall’inizio del nuovo anno scolastico, il 14 settembre, decine di scuole sono uscite dallo scenario verde, che presuppone la presenza di tutti gli alunni nelle aule, e sono passate a quello giallo, che presuppone sia corsi online, sia corsi in presenza, oppure addirittura a quello rosso, con lezioni esclusivamente online. Guardando le cifre, al momento oltre 300 scuole romene sono costrette a fare lezioni solo online, mentre più di 4400 in sistema misto, sia online, che a scuola. In altre circa 12.500 istituzioni di insegnamento, gli alunni vanno tutti a scuola, ma vengono osservate e applicate tutte le norme di protezione sanitaria. A meno di due settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico, a causa delle elezioni amministrative che si svolgeranno il 27 settembre, quasi tutto il sistema di istruzione romeno passerà nell’online per tre giorni, tenuto conto che la maggior parte dei quasi 19.000 seggi elettorali sono allestiti nelle scuole.