Inflazione: previsioni riviste al ribasso
L’Istituto Nazionale di Statistica della Romania ha reso noto che, lo scorso settembre, si è registrata una crescita dell’1,44% dei prezzi di consumo, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’evoluzione dei prezzi attenua, in una certa misura, la preoccupazione provocata dalle stime inflazionistiche, riviste al ribasso dalla Banca Centrale, dal 2,2 all’1,5%, per quest’anno, e dal 3 al 2,2%, per il 2015.
Valentin Țigău, 12.11.2014, 14:16
L’Istituto Nazionale di Statistica della Romania ha reso noto che, lo scorso settembre, si è registrata una crescita dell’1,44% dei prezzi di consumo, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’evoluzione dei prezzi attenua, in una certa misura, la preoccupazione provocata dalle stime inflazionistiche, riviste al ribasso dalla Banca Centrale, dal 2,2 all’1,5%, per quest’anno, e dal 3 al 2,2%, per il 2015.
“Esiste una tendenza che preoccupa l’Europa, più precisamente la deflazione, ossia la tendenza di calo dei prezzi. La Romania non è in questa situazione, non rischiamo una deflazione, ma, in ogni caso, l’Europa si è posta questo problema abbastanza seriamente. Un calo dei prezzi significa, ancora una volta, una perdita dei mercati”, spiega l’analista economico Constantin Rudnitchi.
La Banca Centrale romena stima che, il prossimo anno, in Romania, il prezzo del tabacco e dell’alcol registrerà un lieve calo, mentre altri prodotti su cui vengono applicate accise, come i combustibili, potrebbero rincarare. Il governatore Mugur Isarescu ha spiegato, in un rapporto della Banca, che la revisione del target inflazionistico si deve al deficit di domanda accentuato e all’inflazione molto bassa nell’Eurolandia. Per quanto riguarda i rischi per l’economia romena, Isarescu ha menzionato le evoluzioni geopolitiche e l’eventuale rinvio di una serie di riforme. La Romania si è impegnata nei confronti dei creditori internazionali a continuare le riforme nel campo fiscale e del bilancio. Stando al rappresentante del FMI in Romania e Bulgaria, Guillermo Tolosa, negli ultimi 5-6 anni, in Romania sono stati compiuti sforzi considerevoli per rendere l’economia più solida e più resistente agli shock, ma adesso è estremamente importante che questo miglioramento considerevole non sia, per niente, messo in pericolo.
Il più recente accordo della Romania con il FMI, il terzo dal 2009, è un accordo stand-by per un valore di 4 miliardi di euro, che scade l’anno prossimo e che, probabilmente, non sarà rinnovato. Il FMI ha sospeso le discussioni su questo accordo fino a dopo il turno di ballottaggio delle presidenziali del 16 novembre. Ad ottobre, il Fondo ha rivisto, al rialzo, al 2,4%, le stime sull’avanzo del Pil della Romania nel 2014, ma le autorità di Bucarest si aspettano ad una crescita economica del 2,8%, anche se l’avanzo del Pil stimato nel momento dell’elaborazione del bilancio per il 2014 è del 2,2%. Nel 2013, l’economia romena ha registrato una crescita del 3,5%, una delle maggiori in Europa.
(traduzione di Adina Vasile)