Inflazione in crescita in Romania
A novembre 2022, il tasso d’inflazione annuo in Romania era arrivato al 16,8%, superiore alle previsioni del 16,3% annunciate dal governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu. Era, in ugual misura, il tasso più alto degli ultimi due decenni. Nel 2002, l’inflazione annua era arrivata al 22,5%, per scendere successivamente e rimanere a singola cifra dal 2005 fino allo scorso anno. L’inizio dell’anno annunciava un lieve rallentamento dell’inflazione, il cui tasso annuo è salito nuovamente al 15,52% lo scorso mese rispetto al 15,07 a gennaio, soprattutto alla luce dei rincari dei generi alimentari e dei servizi. I dati pubblicati ieri dall’Istituto Nazionale di Statistica indicano che, nei primi mesi dell’anno, i maggiori rincari si sono osservati nei prodotti di base, ma gli specialisti spiegano che ciò non dovrebbe alterare la prognosi della Banca Centrale sul calo dell’inflazione fino a singola cifra entro la fine del 2023.
Bogdan Matei, 14.03.2023, 11:22
A novembre 2022, il tasso d’inflazione annuo in Romania era arrivato al 16,8%, superiore alle previsioni del 16,3% annunciate dal governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu. Era, in ugual misura, il tasso più alto degli ultimi due decenni. Nel 2002, l’inflazione annua era arrivata al 22,5%, per scendere successivamente e rimanere a singola cifra dal 2005 fino allo scorso anno. L’inizio dell’anno annunciava un lieve rallentamento dell’inflazione, il cui tasso annuo è salito nuovamente al 15,52% lo scorso mese rispetto al 15,07 a gennaio, soprattutto alla luce dei rincari dei generi alimentari e dei servizi. I dati pubblicati ieri dall’Istituto Nazionale di Statistica indicano che, nei primi mesi dell’anno, i maggiori rincari si sono osservati nei prodotti di base, ma gli specialisti spiegano che ciò non dovrebbe alterare la prognosi della Banca Centrale sul calo dell’inflazione fino a singola cifra entro la fine del 2023.
A febbraio, i maggiori rincari sono stati registrati dai generi alimentari – circa 3,4%, e dai servizi – quasi 2,5%, mentre i non alimentari sono lievemente calati in media dello 0,5%. Lo scorso mese ha visto impennate notevoli anche per verdura fresca e conservata (6,35%), frutta fresca (quasi 4,9%) e servizi di confezione e riparazione abiti e calzature (oltre il 3,5%). Aumenti di prezzi tra il 2 e il 3% si sono osservati anche per pesce fresco, formaggio, prodotti di igiene e cosmetica, nonchè per altri generi non alimentari. Prezzi in discesa più rilevanti hanno registrato i servizi di trasporto aereo (oltre il 12%), l’olio alimentare e l’energia elettrica e termica, in calo di oltre l’1% mediamente.
Le previsioni suggerivano anche un’ulteriore tendenza di riduzione delle impennate, però gli analisti indipendenti spiegano che non si tratta di un processo lineare. La stessa situazione si è osservata anche in altri paesi dell’Unione Europea, con l’inflazione a febbraio superiore a quella di gennaio. Gli esperti affermano che iI processo deflazionistico continuerà ma non sarà lineare, con cali costanti da un mese all’altro. Idea condivisa a Radio Romania anche dall’analista finanziario Adrian Vasilescu, consigliere del governatore Mugur Isărescu.
Intanto, sempre l’Istituto Nazionale di Statistica indica a 2,338 miliardi di euro il deficit della bilancia commerciale di Romania a gennaio 2023, superiore di 203,6 milioni di euro (+9,5%) rispetto a gennaio 2022. La crescita è stata parzialmente determinata dall’elevatissima inflazione, che ha incrementato il valore delle importazioni, ma la causa principale resta il fatto che la produzione autoctona non può coprire la domanda interna nemmeno in settori di tradizione, quali l’agroalimentare, l’industria chimica o l’automotive. Lo stato romeno deve prendere subito delle misure, per evitare l’aggravarsi della situazione, affermano gli esperti.