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Incertezze sul secondo pilastro delle pensioni

11 anni addietro, l’allora governo liberale decideva che i lavoratori attivi e relativamente giovani decidessero come investire una parte dei contributi al sistema pensionistico e promettevano che tale percentuale sarebbe aumentata progressivamente. Così è stato creato il secondo pilastro delle pensioni. Alla fine del 2017, sui 40 miliardi di lei dai conti dei partecipanti a questo pilastro, cioè 8,6 miliardi di euro, circa 7 miliardi di lei (pari a 1,5 miliardi di euro) rappresentano rendimento investizionale. Le cifre rilevano l’utilità e il successo di questo sistema, notano le agenzie di stampa. Perché cambiare qualcosa che funziona molto bene e ha funzionato abbastanza bene anche durante la crisi? È la domanda che si fanno in ugual misura, esperti di finanze, uomini d’affari, investitori stranieri e l’opposizione di destra, sullo sfondo di una possibile rinuncia al secondo pilastro. Le più recenti e preoccupanti tra le voci che girano ci sono quelle relative ad una sospensione temporanea o addirittura alla nazionalizzazione del secondo pilastro.

Incertezze sul secondo pilastro delle pensioni
Incertezze sul secondo pilastro delle pensioni

, 22.05.2018, 14:01

11 anni addietro, l’allora governo liberale decideva che i lavoratori attivi e relativamente giovani decidessero come investire una parte dei contributi al sistema pensionistico e promettevano che tale percentuale sarebbe aumentata progressivamente. Così è stato creato il secondo pilastro delle pensioni. Alla fine del 2017, sui 40 miliardi di lei dai conti dei partecipanti a questo pilastro, cioè 8,6 miliardi di euro, circa 7 miliardi di lei (pari a 1,5 miliardi di euro) rappresentano rendimento investizionale. Le cifre rilevano l’utilità e il successo di questo sistema, notano le agenzie di stampa. Perché cambiare qualcosa che funziona molto bene e ha funzionato abbastanza bene anche durante la crisi? È la domanda che si fanno in ugual misura, esperti di finanze, uomini d’affari, investitori stranieri e l’opposizione di destra, sullo sfondo di una possibile rinuncia al secondo pilastro. Le più recenti e preoccupanti tra le voci che girano ci sono quelle relative ad una sospensione temporanea o addirittura alla nazionalizzazione del secondo pilastro.



L’uomo forte della coalizione di sinistra PSD — ALDE, il leader socialdemocratico Liviu Dragnea, le ha smentite. Ha ammesso però che è possibile una sospensione temporanea dei contributi a questo fondo, affinché i romeni scelgano a quale pilastro contribuire. Liviu Dragnea: Nel momento in cui sarà fatta quell’analisi e se si arriverà a questa decisione, che è un intento menzionato nel programma di governo, cioè che sia dato un periodo di scelta per ogni cittadino, il pagamento al secondo pilastro delle pensioni può essere sospeso o meno; ciò avverrà come risultato dell’analisi e dopo un colloquio con i gestori dei fondi, i gestori privati del denaro pubblico che costituisce i fondi del secondo pilastro”. Anche la premier Viorica Dăncilă ha dato assicurazioni che il secondo pilastro delle pensioni non sarà eliminato, ma non ha escluso un’eventuale modifica delle legislazione in merito.



Sempre più critico nei confronti del governo presieduto da Viorica Dăncilă, alla quale ha sollecitato più volte le dimissioni, il presidente Klaus Iohannis ha chiesto chiarimenti sugli intenti del governo. Egli afferma che esiste il rischio che la gente perda la fiducia nella capacità dello stato di progettare e gestire il sistema pensionistico. Klaus Iohannis: È apparsa così, una specie di gioco di ping-pong nelle dichiarazioni: si elimina, non si elimina, sarà nazionalizzato, non sarà nazionalizzato, verrà sospeso, non verrà sospeso. È molto, molto preoccupante. Questo approccio, infatti, è già al limite e dà l’idea di un governo dilettante assai tossico. Io do un ultimatum ai governanti per riprendersi e per chiarire una volta per sempre, qual è il loro intento legato al secondo pilastro delle pensioni, perché qui non si tratta di soldi dello stato o di fondi pubblici, ma di fondi privati, che appartengono alle persone che contribuiscono al secondo pilastro. E con una cosa del genere non si scherza”.



Per l’opposizione, le cose sono ben chiare: la coalizione di sinistra non può mantenere le promesse legate all’aumento delle pensioni. Il deficit nel fondo pensionistico è molto grande e il trasferimento dei soldi dal secondo pilastro diminuirebbe questo deficit. Solo che — avvertono gli analisti — questa mossa non risolverebbe i problemi cronici del budget delle pensioni, invece influirebbe negativamente sul clima investizionale e sulla borsa.

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