Incertezze politiche a Bucarest
L’anno scorso, in una serie senza precedenti di avvenimenti negativi, i socialdemocratici hanno perso, le elezioni europee, il governo e le presidenziali. Sempre nel 2019, il PSD è rimasto anche senza il suo leader autoritario, Liviu Dragnea, incarcerato per atti di corruzione. Dopo questi colpi, nessuno si sarebbe aspettato che il principale partito di Sinistra potesse ancora continuare a fare il protagonista, oppure che riuscisse a rovinare i piani dei suoi avversari politici. Però glielo permette la maggioranza relativa che ha nel legislativo già dal 2016, dalle ultime elezioni; una maggioranza che ha costretto il primo governo liberale minoritario guidato da Ludovic Orban ad evitare il dibattito parlamentare su alcuni dei suoi progetti ricorrendo alla procedura della fiducia posta nel Parlamento. E lo ha fatto anche nel caso del ritorno all’elezione dei sindaci in due turni di scrutinio, cosa che gli è stata fatale.
Ştefan Stoica, 20.02.2020, 13:48
L’anno scorso, in una serie senza precedenti di avvenimenti negativi, i socialdemocratici hanno perso, le elezioni europee, il governo e le presidenziali. Sempre nel 2019, il PSD è rimasto anche senza il suo leader autoritario, Liviu Dragnea, incarcerato per atti di corruzione. Dopo questi colpi, nessuno si sarebbe aspettato che il principale partito di Sinistra potesse ancora continuare a fare il protagonista, oppure che riuscisse a rovinare i piani dei suoi avversari politici. Però glielo permette la maggioranza relativa che ha nel legislativo già dal 2016, dalle ultime elezioni; una maggioranza che ha costretto il primo governo liberale minoritario guidato da Ludovic Orban ad evitare il dibattito parlamentare su alcuni dei suoi progetti ricorrendo alla procedura della fiducia posta nel Parlamento. E lo ha fatto anche nel caso del ritorno all’elezione dei sindaci in due turni di scrutinio, cosa che gli è stata fatale.
Preoccupato che questa modifica della legislazione elettorale le potesse provocare ingenti danni allo scrutinio di quest’estate, il PSD ha raccolto intorno a sé le forze ostili al progetto ed ha rimosso l’esecutivo Orban I tramite mozione di sfiducia. E adesso, utilizza la stessa maggioranza per rovinare i piani del PNL di provocare elezioni anticipate. I socialdemocratici boicotteranno lunedì, 24 febbraio, la seduta plenaria in cui sarà sottoposto al voto il governo Orban 2. Il PSD — ha precisato il suo leader interinale Marcel Ciolacu — desidera aspettare la decisione della Corte Costituzionale, che esaminerà, sempre lunedì, il possibile conflitto giuridico tra il Parlamento e l’Amministrazione Presidenziale sul tema della designazione di Orban per la carica di primo-ministro. I socialdemocratici considerano che il presidente abbia trasgredito la volontà del Parlamento designando un premier già rimosso una volta.
Esperti di diritto costituzionale affermano, però, che la segnalazione del PSD è priva di fondamento e che il diritto del presidente di designare chi desidera, in assenza di un partito che detenga la maggioranza assoluta, è stato già sancito dalla CCR. Gli osservatori sono convinti che si tratti di un trucco del PSD, che farebbe di tutto per evitare che sia osservato il periodo di due mesi entro il quale vanno rimossi due governi successivi affinché sia sciolto il Parlamento e indette le elezioni anticipate.
Se lunedì non ci sarà quorum, il voto di investitura sarà rinviato e si ritarderà la procedura per le anticipate. Il PSD voterà, inoltre, contro l’ordinanza d’urgenza che regola queste elezioni e che porta modifiche importanti per la diaspora, dal voto per 3 giorni al raddoppiamento del numero di parlamentari che la rappresentano nel legislativo. Cauto e attento alla reazione dei romeni all’estero, Ciolacu ha annunciato che tutte le misure per loro si ritroveranno in un disegno di legge promosso dal suo partito. Nel frattempo, i liberali ribadiscono di non rinunciare allo scenario delle anticipate, che ritengono la via per superare l’attuale blocco, perché permetterebbe la costruzione di una forte maggioranza di centro-destra. L’USR sostiene le anticipate, però gli altri partiti parlamentari ne sono contrati, perché rischiano di non fare più parte del futuro legislativo.