Il tenore di vita dei romeni
La vita si svolge in un universo delle cifre, cosicchè gli studi sul tenore di vita condotti da varie compagnie specializzate o i dati centralizzati presentati dall’Istituto Nazionale di statistica, ad esempio, non passano inosservati. Si tratta di indicatori importanti, in quanto riflettono il livello dei redditi e il potere d’acquisto, il tenore di vita e la soddisfazione della popolazione nei confronti della propria vita, e dicono qualcosa anche in riferimento al livello di istruzione e sanità, ma anche alla misura in cui la gente si può permettere un’abitazione, un’auto o una vacanza.
Corina Cristea, 08.06.2023, 12:25
Un simile studio, condotto da GfK Purchasing Power Europe indica, ad esempio, che nè i biglietti d’aereo nè le vacanze sono stati troppo ricercati nel 2022 dai romeni che, preoccupati dalla futura evoluzione economica, hanno dichiarato in una percentuale schiacciante che intendono risparmiare più soldi (68%) e investire nell’istruzione (22%). Lo studio rileva inoltre che il potere medio d’acquisto era del 51% inferiore alla media europea, il che piazzava la Romania al 31/o posto tra i 42 paesi valutati.
Secondo i dati più recenti pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica, anche se i redditi totali medi mensili hanno sfiorato lo scorso anno in Romania i 6.500 lei (circa 1300 euro) al nucleo familiare, in aumento di quasi il 14% rispetto al 2021, il tenore di vita non è migliorato, a causa dell’inflazione, il che ha generato spese superiori all’85% dei soldi guadagnati. Nelle città, il reddito totale mensile ha superato i 7.000 lei (circa 1400 euro), di 1,3 volte superiore rispetto agli ambienti rurali. Le principali spese sono state destinate al consumo casalingo (oltre il 60%) e alle tasse e imposte (30%). I generi alimentari hanno rappresentato un terzo del consumo dei nuclei familiari, seguiti dalle spese per abitazione e utenze. Per le bevande alcoliche e tabacco, i romeni hanno speso 265 lei al mese e solo 17 lei per l’istruzione.
I redditi insufficienti hanno conseguenze sociali importanti, portando in strada sempre più categorie professionali. Da quasi tre settimane, lo sciopero generale degli insegnanti apre tutti i giornali, mentre i dipendenti del sistema sanitario, dei penitenziari o delle ferrovie esprimono le scontentezze salariali tramite proteste. Presi tra le sollecitazioni dei sindacati, da una parte, e la necessità di ridurre le spese, dall’altra, poichè le entrate alle casse dello stato non raggiungono il livello previsto, i politici sono in cerca di soluzoni. Soluzioni tanto più necessarie in quanto si anticipa una crescita economica inferiore quest’anno, e l’inflazione resta ancora a due cifre.