Il semestre europeo della Romania
Ammessa nell’UE il 1° gennaio 2007, la Romania ricopre, per la prima volta, la Presidenza semestrale del Consiglio dell’Unione Europea. Subentra all’Austria e consegnerà, a sua volta, la presidenza alla Finlandia. In questo periodo, dovrebbe gestire l’ufficializzazione della Brexit, prevista a marzo. Vanno inoltre stabilite le linee guida del futuro quadro finanziario 2021-2027 ed una strategia coerente sulla migrazione. Ben 257 dossier saranno analizzati in soli quattro mesi, perché a maggio inizierà la campagna elettorale per le elezioni europee.
Bogdan Matei, 11.01.2019, 14:54
Per l’inaugurazione ufficiale della presidenza romena sono venuti, giovedì, a Bucarest il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, e il Collegio dei Commissari, il presidente del Legislativo comunitario, Antonio Tajani, e quello del Consiglio Europeo, Donald Tusk. Le cerimonie si sono svolte nell’edificio dell’Auditorium romeno, emblematico per Bucarest. Per l’occasione è stato organizzato anche un concerto dell’Orchestra dell’Unione Europea. I discorsi dei più importanti rappresentanti politici romeni ed europei hanno espresso, all’unisono, la fiducia che il semestre romeno di presidenza sarà una storia di successo.
In un discorso memorabile, pronunciato interamente in romeno e che ha commosso l’intera assistenza, il presidente del Consiglio Europeo, il polacco Donald Tusk, ha confessato l’importanza che hanno per lui l’opera dei grandi intellettuali oppure le performance sportive dei campioni romeni. Donald Tusk: L’episodio che mi è rimasto meglio impresso nella memoria è stata la finale della Coppa dei Campioni Europei di calcio di Siviglia, del 1986, quando Steaua Bucarest ha battuto FC Barcellona. E vorrei fare un appello a tutti i romeni di difendere, in Romania e in Europa, le basi della nostra civiltà politica — la libertà, l’integrità, il rispetto della verità nella vita pubblica, lo stato di diritto e la Costituzione. Di difenderle con la stessa decisione con la quale Helmuth Duckadam ha difeso quei quattro calci di rigore successivi.”
“Il 2019 sarà un anno determinante per la Romania e per l’Europa. La presidenza romena dovrà guidare il Consiglio UE in un momento in cui gli europei sollecitano un’Europa più efficace” — ha ricordato il presidente del Parlamento, Antonio Tajani. Sia lui che il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, hanno ribadito la convinzione che la Romania deve far parte dell’area Schengen.
Il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, ha affermato che, tramite la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, la Romania assume un ruolo di primo-piano a livello europeo e che il principale obiettivo è il consolidamento di un’Europa più forte: Come parte integrante di questa comunità europea, alla Romania spetta ora la missione di avanzare la nostra agenda comune. Una maggiore unità e coesione, questa è la via che ci proponiamo per i prossimi sei mesi e che dovremo seguire tutti costantemente.”
Dal canto suo, il capo dell’Esecutivo di Bucarest, Viorica Dăncilă, ha promesso: Dimostreremo che la Romania si è guadagnata pienamente il ruolo e la posizione di stato membro a pieni diritti nell’UE. Dimostreremo che la Romania merita il rispetto della comunità europea e lo status di partner uguale nella grande costruzione europea.”
Non tutto è stato però festivo, giovedì sera, a Bucarest. La musica classica e gli applausi all’Auditorium sono stati accompagnati, in piazza, sotto la neve, dalla protesta organizzata da alcune organizzazione civiche, sotto lo slogan “Vogliamo l’Europa, non la dittatura”, cui ha partecipato qualche centinaio di persone. “Siamo europei, pensiamo come gli europei, ci orientiamo nelle nostre azioni secondo i valori europei, mentre i nostri leader sono ancora corrotti e i valori che noi apprezziamo non significano niente per loro” — ha affermato uno dei protestatari. Gli analisti e la stampa, romena e straniera, anticipano, d’altronde, che l’esercitazione da parte della Romania della presidenza di turno del Consiglio dell’UE non congelerà la vita politica interna”. Soprattutto in un anno con poste in gioco elettorali importanti, come le elezioni europee in primavera e le presidenziali a fine anno.