Il recupero dei soldi ottenuti illegalmente
Negli ultimi anni, la Direzione Nazionale Anticorruzione (DNA) — la principale protagonista della lotta contro il flagello che distrugge proprio dalla base l’amministrazione romena — è riuscita a recuperare, e non solo al capitolo immagine, il terreno perso nel post-comunismo.
Florentin Căpitănescu, 21.10.2016, 15:03
Con i numerosi dossier aperti, molti terminati con condanne al carcere con esecuzione, la DNA ha creato la certezza che nessuno, a prescindere dalla notorietà dall’incarico, dal partito di cui fa parte o dall’influenza, è al di sopra della legge.
Tuttavia, sempre gli ultimi anni hanno dimostrato che il sistema giudiziario non ha a disposizione degli strumenti abbastanza forti per poter recuperare i danni recati allo stato, e questo è, per tutti, dagli esperti ai semplici cittadini, il vero epilogo dell’atto di giustizia. Quest’idea è stata inclusa nel discorso che il premier tecnocrate della Romania, Dacian Cioloş, ha tenuto in apertura alla Sesta Conferenza Pan Europea degli Uffici Nazionali per il Recupero dei Debiti nell’UE, organizzata a Bucarest, dalla Commissione Europea in cooperazione con il Ministero della Giustizia Romeno.
L’atto di giustizia è incompleto, finché i beni ottenuti illegalmente non vengono recuperati — ha affermato Cioloş, assicurando che l’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione dei beni resi indisponibili (ANABI) diventerà funzionale entro la fine dell’anno.
Il premier, con particolari sulle somme che devono essere recuperate e sul loro futuro impiego: “In Romania, si tratta di oltre mezzo miliardo di euro, soldi o beni che ammontano a questo valore e che devono essere riportati al budget dello stato. Abbiamo deciso che i fondi, le risorse che recuperiamo tramite quest’agenzia siano impiegati nell’istruzione, nel settore sanitario o in progetti sociali”.
Alla stessa conferenza, la ministra della Giustizia, Raluca Prună, ha dichiarato, dal canto suo, che il sistema giudiziario della Romania è, in questo momento, maturo, stabile e indipendente ed ha ricordato che il tasso dei pagamenti è inferiore al 10% nei fascicoli penali, molto meno della media europea. Raluca Prună ha parlato anche di altre realtà del sistema giudiziario: “Per l’opinione pubblica della Romania non è più una sorpresa, oggi, la notizia che un alto dignitario, ministro o parlamentare è rinviato a giudizio e condannato. I dossier di criminalità organizzata, evasione fiscale o riciclaggio di denaro vengono portati a compimento non solo con condanne, ma anche con confische importanti”.
Il recupero dei danni è il prossimo obiettivo che la Giustizia si deve prefiggere, perché, come ha affermato Cioloş, “nu possiamo tollerare la disonestà lucrativa come modo di lavoro e stile di vita in Romania”. (tr. G.P.)