Il rapporto della DNA per il 2017
I procuratori anticorruzione hanno portato a termine, l’anno scorso, più di 3.800 fascicoli, un numero record dalla fondazione di quest’istituzione, ha informato il procuratore capo della DNA, Laura Codruţa Kövesi. Sono stati rinviati a giudizio quasi 1.000 incolpati e, in base alle requisitorie della DNA, i giudici ne hanno condannati in via definitiva più di 700. Il 12% di loro sono stati assolti, di cui un quarto in seguito alla decisione della Corte Costituzionale tramite cui l’abuso d’ufficio è stato limitato solo alla trasgressione della legge.
Ştefan Stoica, 01.03.2018, 13:28
I procuratori anticorruzione hanno portato a termine, l’anno scorso, più di 3.800 fascicoli, un numero record dalla fondazione di quest’istituzione, ha informato il procuratore capo della DNA, Laura Codruţa Kövesi. Sono stati rinviati a giudizio quasi 1.000 incolpati e, in base alle requisitorie della DNA, i giudici ne hanno condannati in via definitiva più di 700. Il 12% di loro sono stati assolti, di cui un quarto in seguito alla decisione della Corte Costituzionale tramite cui l’abuso d’ufficio è stato limitato solo alla trasgressione della legge.
Il capo della DNA ha sottolineato che il 2017 è stato un anno difficile perché la lotta alla corruzione è stata fortemente contestata. Ci sono stati, diceva la Kovesi, tentativi di modificare la legislazione, cioè di depenalizzare alcuni reati, di eliminare alcuni strumenti legali investigativi oppure di modificare lo statuto dei procuratori. Lei ha ricordato che l’istituzione che dirige ha criticato in modo trasparente e con argomenti tutte queste modifiche. Laura Codruţa Kövesi: Noi non facciamo leggi, le applichiamo. Però, quando certe modifiche possono influenzare la nostra attività, abbiamo l’obbligo di esprimere la nostra opinione sui rischi e le vulnerabilità che possono verificarsi. Ci opponiamo all’indebolimento della legislazione, all’eliminazione degli strumenti che sono efficaci per dimostrare l’esistenza di reati gravi, come quelli di corruzione; ci opponiamo al cambiamento dello statuto di indipendenza dei magistrati. Noi sosteniamo una legislazione stabile, in cui i procuratori siano indipendenti, l’indipendenza dei procuratori è un valore incorruttibile”.
La presentazione del rapporto giunge nel contesto complicato della lotta per la giustizia, considerano gli osservatori. Il guardasigilli Tudorel Toader ha avviato, la scorsa settimana, le pratiche di rimozione dall’incarico del capo della DNA, rimproverandole la trasgressione dei suoi attributi, le pressioni sul Governo e sul buon funzionamento delle istituzioni, la tergiversazione nella soluzione di certe cause o la mancanza di reazione nella verifica di alcuni procuratori. Il Consiglio Superiore della Magistratura ha dato un voto negativo alla domanda di rimozione dall’incarico di Laura Codruţa Kövesi. Sebbene sia solo consultivo, il voto corrisponde all’opinione del presidente Klaus Iohannis, chiamato a decidere sulla rimozione.
Presente, mercoledì, alla presentazione del rapporto della DNA, il presidente dichiarava decisamente che le cifre obiettive dimostrano ancora una volta che la DNA è un’istituzione che funziona in maniera efficace e che si trova già da anni nella prima linea della lotta alla corruzione. I risultati del 2017 smentiscono, praticamente, una valutazione — quella del ministro Toader — definita da Iohannis soggettiva, tendenziosa e partigiana. Il capo dello stato ha criticato ciò che ritiene che siano manifestazioni virulenti e tentativi di screditare la Direzione Nazionale Anticorruzione e di sottomettere la giustizia. Klaus Iohannis: Alcuni incolpati e persone con condanne penali, dopo che le istituzioni statali li hanno colti trasgredire la legge, si sono uniti per screditare coloro che li hanno indagati. Tutte queste azioni congiunte a livello dei mass-media non hanno alcuna chance di riuscire. Coloro che le hanno messe a punto sono prigionieri del passato perché si illudono ancora che il potere porti dei privilegi e venga esercitato tramite abusi”.
Preso, forse, di mira nelle critiche espresse dal Presidente, il capo del PSD, parte dnella coalizione governativa, Liviu Dragnea, ha risposto: E’ una dichiarazione falsa. Se continua così, sbaglia”. Per chi aveva ancora dubbi, la guerra per la giustizia continua.