Il primo ministro romeno in Ucraina
I Governi della Romania e della confinante Ucraina si sono riuniti, mercoledì, a Kiev, per la prima volta.
Bogdan Matei, 19.10.2023, 14:35
La visita di un giorno della delegazione governativa romena, guidata dal primo ministro Marcel Ciolacu, nellUcraina invasa dalle truppe russe ha portato alla firma di un memorandum sul rafforzamento della cooperazione per garantire il transito sicuro dei prodotti ucraini verso i mercati mondiali. Il memorandum ha anche un allegato sulla strategia di sviluppo delle infrastrutture stradali e dei valichi di frontiera tra i due paesi. La Commissione Europea ha subito accolto con favore laccordo di Kiev, che conferma il costante sostegno della Romania allUcraina in vista dellesportazione dellaa sua produzione agricola e industriale, una delle principali fonti di reddito per le spese di guerra. “La Romania ha un ruolo essenziale nel funzionamento dei corridoi di solidarietà e si impegna in modo costruttivo con tutte le parti coinvolte, anche attraverso la piattaforma di coordinamento congiunto dei corridoi di solidarietà Unione Europea-Ucraina.
La Commissione incoraggia questa stretta collaborazione tra gli Stati membri dellUnione e lUcraina” – si legge in una nota dellEsecutivo comunitario. Nellincontro tra il primo ministro Marcel Ciolacu e il collega Denis Şmîhal è stato firmato anche laccordo sulla costruzione del ponte stradale di confine sul fiume Tisa, nonché i documenti di cooperazione nei settori dellindustria della difesa e dellindustria farmaceutica. A Kiev il primo ministro ruomeno è stato ricevuto dal capo dello Stato Volodymyr Zelensky e ha avuto colloqui anche con il presidente del Parlamento Ruslan Stefanciuk. Ciolacu ha ricordato ai colleghi ucraini che, per aderire allUnione Europea, lUcraina deve rispettare principi chiari, compresi i diritti delle minoranze nazionali.
Oltre 400 mila romeni vivono in Ucraina, la maggior parte nella Bucovina settentrionale, nella Bessarabia settentrionale e meridionale e nella provincia di Herța, territori romeni orientali annessi nel 1940, a seguito di un ultimatum, dallUnione Sovietica stalinista e passati allUcraina nel 1991, come stato successore. Dopo linvasione dellUcraina da parte delle truppe russe, molti etnici romeni sono andati al fronte sotto la bandiera ucraina. Per il resto, la buona notizia che il primo ministro Ciolacu ha portato da Kiev è che le autorità non riconoscono più la cosiddetta lingua moldava, che separava arbitrariamente i romeni e accreditava lesistenza di due minoranze diverse. Rifiutato da tutti i linguisti autentici, il concetto di lingua moldava apparve nei primi anni del regime bolscevico, con una motivazione puramente ideologica: la creazione di unidentità etnica diversa da quella romena, che legittimasse le pretese imperialiste di Mosca. Persino lultimo capo della polizia politica, il KGB, della cosiddetta Repubblica Socialista Sovietica Moldava, il generale Tudor Botnaru, ha riconosciuto, più di tre decenni fa, che “tutto è stato fatto per diminuire lamore per la lingua letteraria romena, quindi al fine di promuovere il moldovanismo primitivo.”