Il premier Ponta, tra mozione e giustizia
Sospettato di reati di corruzione, il premier socialdemocratico Victor Ponta è al centro di uno scandalo che ha riportato la Romania al primo piano della stampa internazionale. Accusato di falsità in documenti, complicità in evasione fiscale in forma continuata e riciclaggio di denaro – fatti che sarebbero avvenuti qualche anno fa, quando era avvocato, Victor Ponta è stato messo sotto inchiesta penale dalla DNA. Anzi, i procuratori anticorruzione hanno sollecitato alla Camera dei deputati di autorizzare l’avvio dell’inchiesta penale nei confronti del capo del governo, il deputato Victor Ponta, per possibile conflitto d’interessi. I reati sono attinenti al fascicolo del senatore PSD Dan Sova, ex ministro dei trasporti, nominato in carica dall’attuale premier, nelle condizioni in cui tra gli studi legali dei due sono stati firmati i contratti ai quali è connessa l’inchiesta penale già avviata contro Victor Ponta.
Corina Cristea, 08.06.2015, 12:23
Sullo sfondo della situazione creata, il presidente Klaus Iohannis ha chiesto al premier le dimissioni. A mio avviso, è una situazione impossibile per la Romania che il primo ministro sia accusato di reati penali. Per la Romania, la pessima cosa che potrebbe succedere ora è una crisi politica, ha detto il presidente Klaus Iohannis. La risposta del premier è venuta su Facebook – non di dimetterà poichè, dice lui, è stato nominato in carica dal parlamento della Romania e solo il parlamento lo può dimettere. Anzi, in un’informazione trasmessa ai partner esterni e alla stampa straniera, il capo del governo sostiene che il dossier stilato dei procuratori della DNA è stato costruito come uno politico, volto a rimuovere l’attuale governo. Victor Ponta ha ottenuto su richiesta anche il sostegno dei partner al governo.
La decisione del premier di non dimettersi butta nell’aria la credibilità del paese, genera la più grave crisi politica nella storia post-rivoluzionaria della Romania e mina la credibilità del governo di Bucarest davanti alle strutture dell’UE, è venuta la replica del principale partito all’opposizione, PNL. La copresidente dei liberali, Alina Gorghiu, ha trasmesso a tutti i parlamentari della coalizione al governo che possono por fine all’attuale crisi politica votando la mozione di sfiducia inoltrata dal PNL alla fine della scorsa settimana contro il governo. Nella mozione, il governo è accusato di eccesso di potere tramite il blocco, lo scorso anno, del diritto costituzionale di voto per i romeni del paese e dall’estero. Nel documento si sottolinea che Victor Ponta ha voluto diventare presidente tramite il sabotaggio deliberato dei cittadini romeni all’estero, e ora rifiuta l’organizzazione di elezioni parziali, amministrative e parlamentari, tramite cui verrebbero completati i seggi del legislativo e delle amministrazioni locali rimasti vacanti per vari motivi. Facendo fronte comune con i partner della coalizione governativa, il PSD considera che il suo leader presiede un governo legittimo e non esiste alcun motivo legale e costituzionale in grado di giustificare le sue dimissioni.