Il Parlamento Europeo condanna il patto Ribbentrop – Molotov
A 80 anni dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale, l’UE condanna tramite una risoluzione il Patto Ribbentrop-Molotov, firmato il 23 agosto 1939 dall’Unione Sovietica stalinista e dalla Germania nazista — trattato di non aggressione che, accanto ai suoi protocolli segreti, ha praticamente diviso l’Europa e i territori di stati indipendenti tra i due regimi totalitari. In seguito al Patto Ribbentrop-Molotov e al Trattato di amicizia e frontiera tedesco-sovietico del 28 settembre 1939, ricorda la risoluzione del Parlamento Europeo, La Repubblica polacca fu invasa prima da Hitler e due settimane dopo da Stalin, privando il Paese della sua indipendenza e conducendo a una tragedia senza precedenti per il popolo polacco; Il 30 novembre 1939 l’Unione Sovietica iniziò una guerra aggressiva contro la Finlandia e nel giugno 1940 occupò e annesse parti della Romania, territori che non furono mai restituiti, annettendo altresì le repubbliche indipendenti di Lituania, Lettonia ed Estonia”.
Corina Cristea, 20.09.2019, 12:46
A 80 anni dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale, l’UE condanna tramite una risoluzione il Patto Ribbentrop-Molotov, firmato il 23 agosto 1939 dall’Unione Sovietica stalinista e dalla Germania nazista — trattato di non aggressione che, accanto ai suoi protocolli segreti, ha praticamente diviso l’Europa e i territori di stati indipendenti tra i due regimi totalitari. In seguito al Patto Ribbentrop-Molotov e al Trattato di amicizia e frontiera tedesco-sovietico del 28 settembre 1939, ricorda la risoluzione del Parlamento Europeo, La Repubblica polacca fu invasa prima da Hitler e due settimane dopo da Stalin, privando il Paese della sua indipendenza e conducendo a una tragedia senza precedenti per il popolo polacco; Il 30 novembre 1939 l’Unione Sovietica iniziò una guerra aggressiva contro la Finlandia e nel giugno 1940 occupò e annesse parti della Romania, territori che non furono mai restituiti, annettendo altresì le repubbliche indipendenti di Lituania, Lettonia ed Estonia”.
Dopo la sconfitta del regime nazista e la fine della Seconda Guerra Mondiale, ricorda ancora la risoluzione, alcuni Paesi europei sono riusciti a procedere alla ricostruzione e a intraprendere un processo di riconciliazione. Altri Paesi europei sono rimasti assoggettati all’occupazione sovietica e alle dittature comuniste per decine di anni ed hanno continuato a essere privati della libertà, della sovranità, dei diritti umani e dello sviluppo socioeconomico.
A Bucarest, il presidente Klaus Iohannis ha salutato la risoluzione, considerando l’iniziativa un passo in avanti verso la condanna dei regimi totalitari, responsabili della distruzione di un numero impressionante di vite umane e della grave trasgressione dei diritti e delle libertà fondamentali. L’educazione della giovane generazione nel rispetto dei principi democratici e della dignità umana, tramite l’inserimento nei programmi scolastici della storia dei regimi totalitari, rappresenta una stringente necessità della società di oggi”, aggiunge ancora il capo dello stato romeno.
In un comunicato dell’Amministrazione Presidenziale di Bucarest si legge che onorare le vittime dei regimi totalitari, difendere la democrazia e lo stato di diritto, osservare i diritti dell’uomo, promuovere i valori e i principi europei, assumersi correttamente un passato traumatico, come pure agire costantemente per contrastare l’estremismo, il revisionismo, l’illiberalismo e tutte le manifestazioni volte a indebolire la democrazia e ad attaccare la pace sociale, rappresentano obiettivi prioritari per la Romania. In conformità ai provvedimenti del patto sovietico-tedesco, la Romania ha perso, nel 1940, in seguito ad un ultimatum, la Bessarabia e il nord della Bucovina, territori che appartengono attualmente alle ex repubbliche sovietiche Moldova e Ucraina.