Il Parlamento di Bucarest condanna la limitazione dei diritti dei romeni d’Ucraina
Sono assai rari i temi sui quali nel Parlamento della Romania si vota all’unanimità. Una situazione del genere si è registrata mercoledì, quando tutti i deputati e senatori presenti nella seduta comune delle due camere hanno adottato una dichiarazione in cui esprimono il disappunto nei confronti dei provvedimenti della nuova Legge sull’istruzione nell’Ucraina confinante.
Bogdan Matei, 21.09.2017, 12:14
Sono assai rari i temi sui quali nel Parlamento della Romania si vota all’unanimità. Una situazione del genere si è registrata mercoledì, quando tutti i deputati e senatori presenti nella seduta comune delle due camere hanno adottato una dichiarazione in cui esprimono il disappunto nei confronti dei provvedimenti della nuova Legge sull’istruzione nell’Ucraina confinante.
Il controverso atto normativo che, per entrare in vigore, deve solo essere promulgato dal presidente Petro Porošenko, limita moltissimo l’accesso all’insegnamento nella propria lingua delle numerose comunità minoritarie d’Ucraina. Secondo il documento, nei licei e nelle facoltà si insegnerà esclusivamente in ucraino, mentre l’insegnamento nella lingua delle minoranze sarà possibile solo all’asilo e alle elementari.
I parlamentari romeni annunciano di seguire “con preoccupazione e massima attenzione” gli sviluppi nell’adozione della legge. Loro esortano alla soluzione quanto prima della situazione, tramite azioni in buona fede, nello spirito della cooperazione, rispettando gli standard europei in materia di tutela delle minoranze nazionali, degli accordi multilaterali e bilaterali rilevanti, firmati anche dall’Ucraina. Il Parlamento di Bucarest chiede inoltre che sia assicurata una adeguata tutela dell’identità linguistica, culturale e religiosa per gli etnici romeni del Paese confinante, il cui numero ammonta a quasi mezzo milione, e che vivono nella maggior parte sui territori romeni annessi all’ex Unione Sovietica nel 1940, in seguito ad un ultimatum, ed ereditati, nel 1991, dall’Ucraina, quale stato successore.
Dal partito maggioritario al governo, l’ex ministro socialdemocratico degli Esteri, il senatore Titus Corlăţean, ha affermato che il modo in cui è stata modificata la Legge sull’istruzione rappresenta un significativo passo indietro di Kiev nel suo percorso europeo e democratico. Anche il deputato dell’UDMR Attila Korodi ha accusato l’Ucraina di essersi allontanata dai principi fondamentali della democrazia, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani. Dal canto suo, il senatore ALDE Ion Hadârcă ha ammonito che gli etnici romeni d’Ucraina rischiano di perdere la propria identità culturale. Dall’opposizione, l’ex leader PNL, la senatrice Alina Gorghiu ha chiesto al Governo di Bucarest di individuare soluzioni di cooperazione con Kiev in questo problema ed ha proposto che la Romania si faccia carico degli stipendi dei professori e dei manuali per i figli dei nostri connazionali che vivono in Ucraina. Stando al deputato PMP Constantin Codreanu, le autorità di Bucarest devono chiedere all’Ucraina reciprocità nel rispetto dei diritti degli etnici romeni. Sempre dall’opposizione, il deputato USR Matei Dobrovie ha affermato che, dopo l’annessione della Crimea, i disaccordi dell’Ucraina con gli stati confinanti sono argomenti che aiutano la Russia ad aumentare la sua presenza militare nella regione del Mar Nero. (tr. G.P.)