Il Parlamento celebra il Centenario dell’Unità
La seduta solenne dedicata alla celebrazione dei 100 anni dalla creazione dello stato unitario romeno ha riunito, mercoledì, nell’aula del Parlamento di Bucarest, i capi dei principali centri del potere politico del Paese che, tramite i loro messaggi, hanno cercato di stabilire un ponte tra i desideri di coloro che, il 1° Dicembre 1918, hanno realizzato la Grande Unità, e le aspettative dei romeni un secolo dopo.
Roxana Vasile, 29.11.2018, 14:14
La seduta solenne dedicata alla celebrazione dei 100 anni dalla creazione dello stato unitario romeno ha riunito, mercoledì, nell’aula del Parlamento di Bucarest, i capi dei principali centri del potere politico del Paese che, tramite i loro messaggi, hanno cercato di stabilire un ponte tra i desideri di coloro che, il 1° Dicembre 1918, hanno realizzato la Grande Unità, e le aspettative dei romeni un secolo dopo.
Dall’esortazione del presidente Klaus Iohannis che il governo si connetta nuovamente agli interessi nazionali, fino al messaggio di pace politica della premier Viorica Dăncilă, il ricorso alla lezioni della storia è stato l’argomento centrale dei discorsi. Non sono mancate, però, “le frecciatine” che si sono lanciati, in un momento in cui i romeni aspettano più che mai l’unità, il potere PSD-ALDE, l’opposizione di destra e il presidente Iohannis.
Il rispetto della legge e la libertà dell’individuo hanno rappresentato i valori che hanno animato i romeni 100 anni fa e che mobilita pure oggi i cittadini, ha sottolineato Klaus Iohannis. Egli ha ricordato che, attualmente, la Romania è una società libera, ha delle istituzioni stabili, è membro dell’UE ed è legata tramite un partenariato strategico al più forte Paese del mondo, gli Stati Uniti. I politici e i governanti sono stati invitati ad ascoltare la voce dei romeni, ad elevarsi alla dignità del Centenario e a non disonorarlo.
Il presidente Iohannis: “Come un secolo fa, la gente ha grandi aspettative per il futuro del nostro Paese e aspettative giuste da chi governa. Tanto più per il Centenario, i romeni aspettano un governo all’altezza dell’eredità che ci è stata affidata, desiderano leader politici responsabili, onesti e che si propongano degli obiettivi politici ambiziosi per la Romania, non per i loro interessi effimeri.”
Dall’altra parte della barricata nei confronti politici di Bucarest, la premier Viorica Dăncilă, ma anche il capo del suo partito, Liviu Dragnea, presidente della Camera dei Deputati, hanno trasmesso un appello all’unità. In più, Viorica Dăncilă ha affermato che è arrivato il momento per il consenso e la tranquillità come pure per la difesa degli interessi della Romania in Europa: “Trasmetto un messaggio di pace politica anche al presidente della Romania, Klaus Iohannis. Sono convinta che, al di là delle poste in gioco politiche o elettorali che abbiamo davanti, nei nostri ruoli ufficiali, da primo ministro o da presidente, abbiamo il dovere di cooperare, di collaborare tra di noi. È un dovere che supera qualsiasi interesse personale. È un dovere nei confronti dei romeni e nei confronti della Romania.”
Il deputato PNL, all’opposizione, Gigel Ştirbu, ha affermato che il Centenario deve essere un momento di riflessione sulle realizzazioni degli ultimi 100 anni: “E’ la Romania di oggi quella che si sono immaginati i nostri antenati che hanno realizzato il grande atto storico del 1918? Che Romania lasciamo in eredità ai nostri successori?”
Il leader dell’USR, Dan Barna, ha fatto, dal canto suo, un paragone tra ciò che si è realizzato 100 anni fa e ciò che succede attualmente: “Una generazione prima della Grande Unità, Anghel Saligny realizzava il sistema di ponti di Cernavodă. Il più spettacolare progetto di ingegneria dell’Europa, all’epoca, era in Romania. I politici che hanno governato la Romania dopo la Rivoluzione non sono stati capaci di portare a termine un’autostrada, una sola, che colleghi le regioni storiche, in 30 anni di governo.”
Alla seduta solenne del Parlamento romeno per la celebrazione dei 100 anni passati dalla Grande Unità hanno presenziato anche gli ex presidenti del Paese Emil Constantinescu e Traian Băsescu, la principessa Margherita, custode della Corona Romena, il Patriarca della Chiesa Ortodossa, Daniel, rappresentanti delle Chiese Romano-Cattolica e Greco-Cattolica e i capi delle missioni diplomatiche a Bucarest.