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Il Governo liberale di Bucarest, sfiduciato dal Parlamento

A tre mesi dalla sua investitura, il Governo liberale presieduto da Ludovic Orban è stato sfiduciato oggi dal Parlamento, in seguito alla mozione inoltrata dall’opposizione socialdemocratica e dall’Unione Democratica Magiari di Romania. A metà ottobre, i liberali avevano avviato un simile iter contro l’allora governo socialdemocratico, arrivando successivamente ad assumere il governo. La sfiducia richiedeva almeno 233 voti favorevoli, cioè metà più uno sul numero totale dei deputati e senatori. A favore hanno votato 261. I firmatari della mozione hanno accusato il Governo liberale di trasgressione dei principi democratici, in quanto hanno posto la fiducia sull’elezione dei sindaci due turni, pochi mesi prima delle elezioni amministrative, per ragioni politiche e non attienti all’interesse dei cittadini, a loro avviso. Gli stessi firmatari hanno sostenuto che il gabinetto Orban abbia trasgredito le decisioni della Corte Costituzionale e le raccomandazioni delle istituzioni europee.

Il Governo liberale di Bucarest, sfiduciato dal Parlamento
Il Governo liberale di Bucarest, sfiduciato dal Parlamento

, 05.02.2020, 16:23

A tre mesi dalla sua investitura, il Governo liberale presieduto da Ludovic Orban è stato sfiduciato oggi dal Parlamento, in seguito alla mozione inoltrata dall’opposizione socialdemocratica e dall’Unione Democratica Magiari di Romania. A metà ottobre, i liberali avevano avviato un simile iter contro l’allora governo socialdemocratico, arrivando successivamente ad assumere il governo. La sfiducia richiedeva almeno 233 voti favorevoli, cioè metà più uno sul numero totale dei deputati e senatori. A favore hanno votato 261. I firmatari della mozione hanno accusato il Governo liberale di trasgressione dei principi democratici, in quanto hanno posto la fiducia sull’elezione dei sindaci due turni, pochi mesi prima delle elezioni amministrative, per ragioni politiche e non attienti all’interesse dei cittadini, a loro avviso. Gli stessi firmatari hanno sostenuto che il gabinetto Orban abbia trasgredito le decisioni della Corte Costituzionale e le raccomandazioni delle istituzioni europee.

Sostenuti dai loro partner dell’USR o del PMP, i liberali hanno spiegato che il ripristino all’elezione dei sindaci a due turni offre conferisce maggiore legittimità e rappresentatività ed è voluto dall’80% dei romeni. Prima che la sfiducia passasse, Ludovic Orban si era detto convinto che la mozione non sarebbe stata adottata. Eppue, per prepararsi anche per lo scenario di una sconfitta al voto di oggi, la notte scorsa, il governo liberale adottato con la procedura d’urgenza ben 25 decreti, che – è stato detto – un governo sfiduciato, con prerogative ristrette, non potrebbe più promuovere. Uno dei decreti introduce nuove regole per eventuali elezioni politiche anticipate, restringe il periodo di convocazione da 90 a 45 giorni, regola il voto su liste supplementari a livello nazionale e il voto per tre giorni all’estero.

Il numero dei parlamentari che rappresenteranno i sempre più numerosi romeni all’estero è raddoppiato, arrivando a 12. La rimozione del governo tramite la mozione di sfiducia potrebbe essere un primo passo verso le anticipate, volute dai liberali, da altri partiti parlamentari, nonchè dal presidente Klaus Iohannis, nel contesto in cui le elezioni politiche erano normalmente previste in autunno. In vista delle anticipate, il Parlamento dovrebbe bocciare due proposte di premier designato. Il presidente dell’Autorità Elettorale Permanente, Constantin-Florin Mituleţu-Buică, ha annunciato che la sua istituzione è entrata nella logica delle elezioni, ed è preparata sia per le amministrative che per le politiche in programma quest’anno.

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