Il futuro del Governo, all’esame del PSD
Lungi da far scoppiare nuovi scandali nel partito, la seduta di lunedì del Comitato Esecutivo Nazionale del PSD si è conclusa solo con l’annuncio che il senatore Ioan Deneş assumerà la carica di ministro delle Acque e delle Foreste, subentrando a Doina Pană, la quale si è dimessa la settimana scorsa per motivi di salute. Nessuno dei temi con potenziale esplosivo, annunciati proprio da fonti interne del partito — il rimpasto governativo, l’organizzazione di un congresso straordinario, la designazione di un candidato alle presidenziali dell’anno prossimo — si è ritrovato sull’ordine del giorno della seduta.
Bogdan Matei, 09.01.2018, 12:21
Lungi da far scoppiare nuovi scandali nel partito, la seduta di lunedì del Comitato Esecutivo Nazionale del PSD si è conclusa solo con l’annuncio che il senatore Ioan Deneş assumerà la carica di ministro delle Acque e delle Foreste, subentrando a Doina Pană, la quale si è dimessa la settimana scorsa per motivi di salute. Nessuno dei temi con potenziale esplosivo, annunciati proprio da fonti interne del partito — il rimpasto governativo, l’organizzazione di un congresso straordinario, la designazione di un candidato alle presidenziali dell’anno prossimo — si è ritrovato sull’ordine del giorno della seduta.
Proposto dal premier Mihai Tudose, l’eventuale rimpasto sarà discusso a fine mese, quando il Comitato Esecutivo si riunirà nuovamente, a Iaşi (nord-est). Attualmente, il Governo formato dai socialdemocratici e dai partner junior dell’ALDE include, oltre al premier Tudose, 27 ministri, fra cui tre sono vicepremier e due ministri con delega. Un’equipe gonfiata inutilmente, considera l’opposizione. E, dopo mezzo anno di mandato, il primo ministro sembra essere giunto alla stessa conclusione. Per una maggiore efficacia e celerità nella gestione del Paese, egli afferma che vorrebbe un Esecutivo più snello, con solo 16 ministeri.
Così, ad esempio, affermano i mass-media, il ministero delle Acque sarebbe incluso in quello dell’Ambiente, quello per i Romeni nel Mondo tornerebbe sotto la direzione degli Esteri, mentre i ministeri con compiti economici sarebbero unificati. Al vertice del partito, le opinioni variano. Arrivata a Bucarest da Bruxelles, l’eurodeputata Viorica Dăncilă respinge l’idea del rimpasto, mentre il longevo presidente del consiglio provinciale di Vrancea (sud-est), Marian Oprişan, considera che sia una misura fondamentale per l’applicazione del programma di governo.
Anche se lunedì non si è deciso nulla, il premier ha dichiarato di non rinunciare al rimpasto, alimentando in questo modo le ipotesi che questa sarebbe un’ottima scappatoia per allontanare dalla sua equipe gli stretti collaboratori del leader PSD, Liviu Dragnea.
Le voci sui rapporti sempre più freddi tra il capo del Governo e quello del partito sono, da molto tempo, al centro dei commenti fatti nello spazio pubblico. Alla stessa cosa fa pensare anche il luogo scelto per la prossima riunione della direzione PSD. Iaşi è la più grande città della Moldavia e il sindaco socialdemocratico Mihai Chirica è, da quasi un anno, un assiduo critico dell’onnipotenza di Dragnea nel partito e dei ripetuti tentativi del PSD di modificare la legislazione nel settore per esonerare il proprio capo dai fascicoli penali per atti di corruzione. Il primo come peso nel Parlamento fra le tre formazioni dell’opposizione di destra, il PNL ha annunciato, sempre lunedì, che sta preparando un’analisi dell’attività dell’Esecutivo e che le conclusioni saranno presentate, la prossima settimana, in un cosiddetto libro nero del governo PSD. Sebbene considerino opportuna l’iniziativa dei liberali, rimasti a lungo silenziosi o quasi muti, gli analisti affermano, invece, che il principale pericolo politico per il Governo maggioritario socialdemocratico restano, però, i retroscena del proprio partito.