Il deficit della bilancia dei pagamenti, in aumento
Il deficit della bilancia dei pagamenti della Romania è arrivato, nei primi 11 mesi del 2017, a quasi 5,6 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, lo rilevano i dati resi pubblici dalla Banca Centrale della Romania. Gli analisti economici considerano che un motivo di preoccupazione dovrebbe essere, non lo squilibrio in sé, ma piuttosto il modo in cui è finanziato. Praticamente, è aumentata significativamente la differenza tra il valore delle importazioni e quello delle esportazioni, a sfavore delle ultime.
Mihai Pelin, 16.01.2018, 13:21
Il deficit della bilancia dei pagamenti della Romania è arrivato, nei primi 11 mesi del 2017, a quasi 5,6 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, lo rilevano i dati resi pubblici dalla Banca Centrale della Romania. Gli analisti economici considerano che un motivo di preoccupazione dovrebbe essere, non lo squilibrio in sé, ma piuttosto il modo in cui è finanziato. Praticamente, è aumentata significativamente la differenza tra il valore delle importazioni e quello delle esportazioni, a sfavore delle ultime.
L’evoluzione non è sorprendente tenuto conto che abbiamo a che fare con una tendenza che dura già da più di un anno — afferma l’analista economico Aurelian Dochia: “Credo che, attualmente, sebbene questa tendenza sia guardata con una certa attenzione dalle autorità e dalla Banca Centrale, non debba essere considerata una situazione allarmante perché il livello del deficit della bilancia dei pagamenti rapportato al PIL è ancora basso, ammonta a circa il 3% del PIL. Ciò vuol dire che è molto al di sotto del livello registrato quando è scoppiata la crisi del 2008, allora aveva raggiunto un valore del 12% del PIL. Il problema è che il finanziamento del deficit estero si dovrebbe fare soprattutto tramite investimenti diretti; invece, da questo punto di vista, l’evoluzione è stata sfavorevole.”
Quindi, anche se gli investimenti stranieri diretti sono ammontati a quasi 1 miliardo di euro, non sono bastati per finanziare il deficit estero. Di conseguenza, nel periodo gennaio — novembre 2017, il debito estero totale è aumentato di quasi 1,5 miliardi di euro. D’altra parte, stando agli indicatori, il consumo privato continua probabilmente, anche nel quarto trimestre del 2017, a rappresentare il principale motore della crescita economica consistente. Può essere completato da un modesto contributo della formazione di capitale fisso, alimentata eventualmente dal notevole aumento delle spese pubbliche verso la fine dell’anno, però nel contesto molto probabile in cui il deficit di bilancio del 2017 rientrerà nei parametri previsti, precisa la Banca Centrale.
Nel caso delle esportazioni nette si anticipa, però, un aumento dell’apporto negativo, considerato l’aumento significativo, in ottobre, del saldo negativo della bilancia commerciale, che ha contribuito in modo decisivo al forte acceleramento della tendenza di aumento del deficit di conto corrente rispetto allo stesso periodo del precedente anno. Stando agli esperti dell’istituzione, l’attuale contesto richiede una continuazione dell’aggiustamento della politica monetaria tramite l’aumento del tasso di interesse di riferimento dello 0,25%, fino al 2,00%.
D’altra parte, la Banca Centrale richiama l’attenzione che un periodo lungo caratterizzato da uno scarso assorbimento di fondi europei e il calo della dinamica del reddito disponibile reale della popolazione nel contesto di un aumento degli effetti inflazionistici rappresentano dei rischi per le prospettive di crescita economica.