Il Codice di Procedura Civile, adottato dal Senato
Da quasi un anno e mezzo, la perseveranza con la quale la coalizione governativa PSD-ALDE cerca di cambiare i codici penali e le leggi sul funzionamento della giustizia è virulentemente criticata dall’opposizione di destra, dalla società civile e dalla stampa che la considerano un tentativo di bloccare la lotta alla corruzione e di sottomettere i magistrati. Facendo un paragone, la legislazione civile provoca molto meno accanimento nei dibattiti pubblici di Bucarest. Martedì, la plenaria del Senato ha votato, come prima camera interessata, un nuovo codice di Procedura Civile, dopo che il documento aveva già ricevuto il voto favorevole da parte della Commissione parlamentare speciale per le Leggi sulla Giustizia. Il presidente della commissione, l’ex ministro socialdemocratico della Giustizia, Florin Iordache, sottolineava che, in base alla decisione della Corte Costituzionale e alle proposte inoltrate dal Consiglio Supremo della Magistratura, dalla Procura Generale, dall’Alta Corte di Cassazione e Giustizia e dalle associazioni professionali dei magistrati, sono stati modificati ben 110 articoli, cioè un quinto dei provvedimenti del Codice di Procedura.
Bogdan Matei, 30.05.2018, 14:42
Da quasi un anno e mezzo, la perseveranza con la quale la coalizione governativa PSD-ALDE cerca di cambiare i codici penali e le leggi sul funzionamento della giustizia è virulentemente criticata dall’opposizione di destra, dalla società civile e dalla stampa che la considerano un tentativo di bloccare la lotta alla corruzione e di sottomettere i magistrati. Facendo un paragone, la legislazione civile provoca molto meno accanimento nei dibattiti pubblici di Bucarest. Martedì, la plenaria del Senato ha votato, come prima camera interessata, un nuovo codice di Procedura Civile, dopo che il documento aveva già ricevuto il voto favorevole da parte della Commissione parlamentare speciale per le Leggi sulla Giustizia. Il presidente della commissione, l’ex ministro socialdemocratico della Giustizia, Florin Iordache, sottolineava che, in base alla decisione della Corte Costituzionale e alle proposte inoltrate dal Consiglio Supremo della Magistratura, dalla Procura Generale, dall’Alta Corte di Cassazione e Giustizia e dalle associazioni professionali dei magistrati, sono stati modificati ben 110 articoli, cioè un quinto dei provvedimenti del Codice di Procedura.
Grazie a questi provvedimenti, dicono i parlamentari giuristi, la giustizia dovrebbe diventare un ambiente che i cittadini potrebbero percepire meno ostile. I processi civili potrebbero essere più brevi. È stato inoltre eliminato l’obbligo di assistere i querelanti che desiderano fare ricorso da parte di un avvocato o un consigliere giuridico. Stando agli avvocati, un’altra modifica importante riguarda l’obbligo di registrare la dichiarazione e tutto quello che dice un testimone durante un processo, senza che le relative dichiarazioni passino per il cosiddetto filtro del giudice.
La modifica del Codice di Procedura Civile è stata approvata con 72 voti, dal PSD e dall’ALDE, nonché dall’UDMR, la quale è associata con il Potere tramite un protocollo di collaborazione parlamentare. Dall’opposizione, solo sei senatori hanno votato contro, mentre 27 si sono astenuti. Stando all’USR, i nuovi provvedimenti del Codice sono a svantaggio dei cittadini nei processi legati alla tutela dei consumatori e mettono in difficoltà chi ha crediti in banca. Questi dovrebbero muovere una causa separatamente se vogliono contestare ciò che ritengono clausole abusive nei contratti di prestito bancario. Sulla stampa, i commentatori sottolineano l’importanza delle modifiche apportate al Codice di Procedura Civile, perché i suoi provvedimenti sono di ampia applicabilità. Praticamente, spiegano loro, si tratta di ogni litigio “non penale” — contenzioso, diritto della famiglia, diritto del lavoro, diritto commerciale ecc. L’iniziativa legislativa adottata dal Senato sarà analizzata nuovamente nella Commissione speciale per le Leggi sulla Giustizia, poi sarà sottoposta al voto nella plenaria della Camera dei Deputati, decisionale in questo progetto.