I grandi negozi, fuori città
In Romania è stata ripresa la discussione sullo spostamento dei grandi negozi fuori dal centro delle città. Finora, l’apertura dei supermercati nelle grandi città ha avuto come effetto la chiusura di molti negozi romeni. Persino gli abitanti dei villaggi sono arrivati a fare la spesa negli ipermercati. Inoltre, gli ipermercati danno la precedenza ai prodotti importati — lamentano le Compagnie di Distribuzione Beni di Romania, che propongono la modifica della legislazione, di modo che la loro costruzione all’interno delle città sia fermata, per dare una chance anche agli affari romeni.
Daniela Budu, 05.04.2019, 12:41
In Romania è stata ripresa la discussione sullo spostamento dei grandi negozi fuori dal centro delle città. Finora, l’apertura dei supermercati nelle grandi città ha avuto come effetto la chiusura di molti negozi romeni. Persino gli abitanti dei villaggi sono arrivati a fare la spesa negli ipermercati. Inoltre, gli ipermercati danno la precedenza ai prodotti importati — lamentano le Compagnie di Distribuzione Beni di Romania, che propongono la modifica della legislazione, di modo che la loro costruzione all’interno delle città sia fermata, per dare una chance anche agli affari romeni.
Il presidente della Federazione Nazionale dei Sindacati dell’Industria Alimentare, Dragoş Frumosu: “I retailer dovrebbero operare d’ora in poi nella periferia delle grandi città, di modo che sia offerta ai piccoli produttori, alle compagnie piccole e medie la possibilità di svolgere la loro attività all’interno delle città. Certo, questo vuol dire creare un numero maggiore di posti di lavoro, incassi più consistenti al budget dello stato e vuol dire anche regolare i prezzi di mercato, perché quelli applicati oggi dai retailer sono abbastanza alti e includono molte tasse, cosicché i prodotti arrivano a costare fino al 30% in più”.
Dragoş Frumosu ammette che la modifica della legislazione per fermare la costruzione di ipermercati all’interno delle città sarà un lungo processo, impossibile da realizzare senza che la classe politica capisca il fenomeno. Dragoş Frumosu: “Mi è difficile pensare che queste cose si possano realizzare con celerità. L’inizio di un dialogo può portare ad una costruzione, se c’è anche la volontà politica, se non ci sono influenze — che sappiano con certezza che esistono — da parte dei rappresentanti dei Paesi di provenienza di questi ipermercati. Credo che tramite un dialogo costruttivo, tutti possano capire e possiamo accontentare tutti”.
Già dal 2015, due parlamentari del PNL (il principale partito all’opposizione in Romania) avevano avviato un disegno di legge in cui era precisato che i supermercati dovrebbero rimanere chiusi di domenica e svolgere la loro attività nella periferia delle città. Loro affermano che, in seguito allo spostamento degli ipermercati, i produttori romeni potrebbero vendere più facilmente la frutta e le verdure e si eviterebbe il traffico nei pressi dei grandi magazzini. L’idea non è però accettata dai rappresentanti dell’Associazione delle Grandi Reti Commerciali che sostengono di aver ottenuto approvazioni e che alcuni prodotti romeni sono già in vendita, in seguito a partenariati di distribuzione con i farmer locali. Loro dicono che l’iniziativa legislativa porterà ad ampi licenziamenti e a perdite enormi per il budget dello stato.