I diritti dell’uomo in Romania, visti da Washington
La Giustizia occupa un posto centrale nel rapporto del Dipartimento di stato sulla Romania. La scarsità di personale, lo spazio e la tecnologia insufficienti impediscono la celerità e l’efficacia degli atti di giustizia e dilungano troppo i processi, nota Washington. Secondo il rapporto, il Consiglio Superiore della Magistratura, incaricato a tutelare l’indipendenza giudiziaria, ha agito in vista della sospensione dei giudici e dei procuratori sospettati di aver trasgredito la legge. Tuttavia, è stato riferito che l’Ispezione Giudiziaria, un’unità disciplinare autonoma presso il Consiglio, è stata sottoposta ad un’influenza politica in aumento e, a volte, è stata utilizzata per indagare su magistrati che hanno effettuato perseguimenti giudiziari o hanno dato sentenze contro alcuni esponenti o alleati della coalizione al governo, nota ancora il rapporto americano.
Ştefan Stoica, 14.03.2019, 12:21
In generale, il governo ha rispettato l’indipendenza e l’imparzialità dei giudici, però il CSM ha stabilito che alcune dichiarazioni pubbliche dei politici hanno trasgredito l’indipendenza giudiziaria. La corruzione è rimasta molto diffusa — nota il Dipartimento di Stato — nonostante i numerosi perseguimenti penali, ed esistono numerosi rapporti relativi a pratiche del genere a livello governativo. Le autorità si sono implicate a volte con impunità in atti di corruzione, si precisa ancora nel documento. La DNA ha continuato l’investigazione e il perseguimento penale dei casi di corruzione in cui erano coinvolti esponenti politici, giudiziari e amministrativi, si legge nel rapporto, però le sentenze in casi del genere sono state spesso inconsistenti e molto svariate nel caso di reati simili. La corruzione è stata particolarmente diffusa negli acquisti pubblici, mentre offrire tangenti è una pratica comune nel settore pubblico, soprattutto nella sanità.
Secondo il Dipartimento di Stato, la discriminazione nei confronti dei rom è continuata ad essere un problema importante. Gruppi di rom si sono lamentati che le molestie e la brutalità della polizia, incluse le bastonate, sono diventate un’abitudine, mentre i mass-media, gli osservatori interni ed internazionali hanno rapportato una discriminazione sociale nei loro confronti. I rom hanno registrato anche un maggiore tasso di disoccupazione e una speranza di vita inferiore a quella dei cittadini appartenenti alle altre etnie.
Quanto alla libertà della stampa, il Dipartimento di Stato nota che i mass-media indipendenti sono stati attivi ed hanno espresso una maggiore varietà di punti di vista senza restrizioni esplicite. Invece, nel caso dei mezzi di informazione controllati o in stretto collegamento con politici o gruppi politici, le notizie e l’orientamento editoriale hanno riflettuto spesso le opinioni dei proprietari, contenendo critiche nei confronti degli oppositori politici e di altre organizzazioni mass-media.
Il documento segnala, citando organizzazioni media internazionali, che alle proteste antigovernative del 10 agosto, di Bucarest, almeno 15 giornalisti hanno subito attacchi fisici, verbali o con gas lacrimogeni da parte dei gendarmi. Ci sono stati, d’altra parte, rapporti di alcune organizzazioni non-governative e dei mass-media secondo cui la polizia e i gendarmi hanno maltrattato e abusato persone arrestate. Il rapporto rileva inoltre che le prigioni sono state, anche nel 2018, sovraffollate e non hanno rispettato gli standard internazionali.