I diritti dei romeni in Gran Bretagna, dopo la Brexit
Per quanto fossero intense le dispute politiche interne, la classe politica di Bucarest riesce ad agire consensualmente nei grandi dossier di politica estera. Che si tratti, nei primi anni 2000, dell’adesione alla NATO e all’UE, o che la posta in gioco sia, come adesso, l’accesso all’area Schengen, oppure l’iter europeo della Moldova confinante, i partiti romeni fanno passare in secondo piano le polemiche e adottano atteggiamenti comuni.
Bogdan Matei, 30.03.2017, 14:43
Per quanto fossero intense le dispute politiche interne, la classe politica di Bucarest riesce ad agire consensualmente nei grandi dossier di politica estera. Che si tratti, nei primi anni 2000, dell’adesione alla NATO e all’UE, o che la posta in gioco sia, come adesso, l’accesso all’area Schengen, oppure l’iter europeo della Moldova confinante, i partiti romeni fanno passare in secondo piano le polemiche e adottano atteggiamenti comuni.
Secondo le stime delle autorità romene, nel Regno Unito vivono più di 250.000 romeni, e il loro principale obiettivo, nel contesto dei negoziati per la Brexit, è che siano rispettati i diritti di chi lavora e studia in Gran Bretagna – ha dichiarato il ministro con delega agli affari europei nel governo PSD-ALDE, Ana Birchall: “La difesa dei diritti e degli interessi dei cittadini romeni che vivono in Gran Bretagna, per motivi di lavoro o di studio, oppure che hanno scelto semplicemente di vivere, abitare e farsi un futuro in Gran Bretagna, rappresenta il centro dei negoziati che stiamo attualmente svolgendo in merito alla Brexit. E’, se volete, il principale obiettivo che la Romania si è prefissa nei negoziati che saranno fatti ad una voce unitaria a livello dell’UE. E’ il più importante obiettivo in tutti i colloqui legati alla Brexit.”
Ana Birchall ha aggiunto che la Romania sostiene una voce unitaria dell’UE nei prossimi negoziati sul processo di uscita di Londra dall’Unione. Il processo è stato avviato ufficialmente mercoledì, dopo che, tramite una lettera inviata dal premier Theresa May agli esponenti di Bruxelles, la Gran Bretagna ha chiesto l’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona.
Dall’opposizione, il senatore liberale Laura Scântei sottolinea che, dopo la Brexit, bisogna regolare attentamente anche lo statuto dei cittadini britannici che vivono in Romania. Laura Scântei: “Vorrei menzionare anche la situazione dei cittadini britannici residenti in Romania, che andrebbe presa in considerazione nell’ambito dei negoziati. E mi riferisco ai diritti che hanno qui in Romania, come cittadini di uno stato membro dell’UE, al loro diritto di acquistare terreni di proprietà in Romania. Ci sarà un problema, perché al momento possono acquistare terreni nel nostro Paese, secondo la legge romena e secondo il trattato di adesione, i cittadini che sono residenti e fanno parte di Paesi membri UE. Con tutti gli altri europei dovremmo avere, eventualmente, un accordo bilaterale, per poter beneficiare di questi diritti.”
I dibattiti politici di Bucarest hanno coinciso con la nuova visita ufficiale dell’erede al trono in Gran Bretagna, il principe Carlo di Galles, grande appassionato della natura e dell’architettura della Romania. Insignito, sempre mercoledì, dal presidente Klaus Iohannis dell’Ordine Nazionale “Stella della Romania”, il Principe ha affermato che riceve la decorazione come un simbolo speciale del suo grande affetto per la Romania e per i romeni. (tr. G.P.)