Governo: verso nuova legge salariale
Tre anni fa, il Governo di Bucarest aveva dato il via libera a una normativa che regolava la retribuzione nel sistema pubblico, in cui stabiliva una relazione tra lo stipendio minimo e quello massimo da 1 a 15 e limitava premi e indennità al 30% dallo stipendio base. A causa dei vincoli finanziari, non è stato più possibile stabilire i salari nel settore pubblico in base a tale legge, quindi sono rimasti gli stessi squillibri, con un rapporto tra lo stipendio base minimo e quello massimo da 1 a 35 e una percentuale dei premi e indennità di 51% dei guadagni.
Valentin Țigău, 19.07.2013, 16:59
Tre anni fa, il Governo di Bucarest aveva dato il via libera a una normativa che regolava la retribuzione nel sistema pubblico, in cui stabiliva una relazione tra lo stipendio minimo e quello massimo da 1 a 15 e limitava premi e indennità al 30% dallo stipendio base. A causa dei vincoli finanziari, non è stato più possibile stabilire i salari nel settore pubblico in base a tale legge, quindi sono rimasti gli stessi squillibri, con un rapporto tra lo stipendio base minimo e quello massimo da 1 a 35 e una percentuale dei premi e indennità di 51% dei guadagni.
Attualmente, il Governo romeno sta lavorando a una nuova normativa per la retribuzione statale. Il disegno di legge prevede che il reddito dei funzionari pubblici comprenda una somma fissa e una variabile, a seconda delle performance professionali individuali dei dipendenti. Al momento, in Romania, si contano 1,2 milioni di dipendenti del settore pubblico. Inoltre, il totale dei bonus, dei premi, delle indennità e dei supplementi sarà stabilito in modo da non superare le crescite salariali previste annualmente, tramite leggi speciali.
Se il Governo considera che la nuova normativa sarà migliore della precedente, l’opposizione ritiene che, in realtà, mira a tagli salariali. L’ex ministro democratico-liberale del Lavoro, Sulfina Barbu, (all’opposizione), chiede spiegazioni sul modo in cui potrebbe essere applicata la legge. “Il governo attuale deve spiegare come farà per declassare un dipendente pubblico che oggi ricopre un certo incarico, ha uno statuto, ha un’anzianità, ha una posizione già in lista. Noi riteniamo illegale declassificare un funzionario pubblico e portarlo in una categoria inferiore”, ha dichiarato Sulfina Barbu.
Insoddisfatti del progetto sono anche gli insegnanti, che hanno presentato al governo centinaia di petizioni con decine di migliaia di firme, per sbloccare i posti e modificare i criteri di restribuzione nel settore. Per di più, i medici considerano inutile la nuova offerta del Governo per il settore sanitario ed i sindacati minacciano con scioperi a settembre. La Romania conta circa 40.000 medici, però, a causa degli stipendi bassi, solo nei primi tre mesi dell’anno sono andati via dal Paese quasi 600 dipendenti nel sistema. (trad. Oana Avram)