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Giustizia: voto dei deputati per scioglimento Sezione Speciale

La Camera dei Deputati di Bucarest ha adottato, ieri, il ddl sullo scioglimento della Sezione per le indagini sui reati nella giustizia, una promessa dell’attuale coalizione governativa di centro-destra. Intitolata anche Sezione Speciale, la struttura era stata creata per legge mentre il PSD era al potere, ha destato accese controversie nella società romena ed è stata criticata anche dalle istituzioni europee specializzate. La nuova struttura, diventata operativa a novembre 2018, aveva ricevuto il compito esclusivo di perseguimento penale nel caso dei reati commessi da giudici e procuratori, però nel contesto in cui accanto a loro erano indagate anche altre persone. C’era il timore che la Sezione potesse essere utilizzata per influenzare l’andamento delle indagini nel caso di alcuni casi di corruzione al vertice, compresi quelli con coinvolgimento politico.

Giustizia: voto dei deputati per scioglimento Sezione Speciale
Giustizia: voto dei deputati per scioglimento Sezione Speciale

, 25.03.2021, 11:41

La Camera dei Deputati di Bucarest ha adottato, ieri, il ddl sullo scioglimento della Sezione per le indagini sui reati nella giustizia, una promessa dell’attuale coalizione governativa di centro-destra. Intitolata anche Sezione Speciale, la struttura era stata creata per legge mentre il PSD era al potere, ha destato accese controversie nella società romena ed è stata criticata anche dalle istituzioni europee specializzate. La nuova struttura, diventata operativa a novembre 2018, aveva ricevuto il compito esclusivo di perseguimento penale nel caso dei reati commessi da giudici e procuratori, però nel contesto in cui accanto a loro erano indagate anche altre persone. C’era il timore che la Sezione potesse essere utilizzata per influenzare l’andamento delle indagini nel caso di alcuni casi di corruzione al vertice, compresi quelli con coinvolgimento politico.


“La creazione della Sezione per le indagini sui reati nella giustizia è stata un errore. Secondo me, a uno sguardo retroattivo e considerando il bilancio di questa sezione, è una vergogna per la Giustizia romena”. Lo ha dichiarato, ieri, l’attuale ministro della giustizia, Stelian Ion, sottolineando che “al di là di alcune indagini target, soprattutto nei confronti dei magistrati più coraggiosi”, non ci sono stati risultati. “Anzi, 6.000 fascicoli non portati a compimento sono adesso effettivamente bloccati”, ha spiegato il ministro, precisando che gli atti di corruzione, di criminalità organizzata e di terrorismo vanno indagati da procuratori specializzati.



La Sezione Speciale non è stata sciolta nella forma proposta dal governo, bensì con un emendamento limitativo, in cui è previsto che i giudici e i procuratori possono essere perquisiti, fermati, messi in custodia cautelare o agli arresti domiciliari solo previa approvazione del Consiglio Superiore della Magistratura. Si tratta di un compromesso fatto nella coalizione governativa formata dal PNL, USR-PLUS e UDMR, però alcuni politici sperano che il Senato, la camera con potere decisionale in questo caso, imponga alcuni aggiustamenti. L’emendamento riguardante il filtro applicato dal CSM potrebbe essere utilizzato dai socialdemocratici per attaccare la legge alla Corte Costituzionale.



Il PSD e l’AUR, all’opposizione, si sono opposti allo scioglimento della Sezione Speciale e hanno votato contro nella Camera dei Deputati. La deputata PSD Simona Teodoroiu sostiene che oltre mille magistrati abbiano inviato alla direzione della Camera una nota in cui chiedono che il ddl sia bocciato e che siano informate le istituzioni internazionali competenti. Il presidente della Camera, il leader PNL, Ludovic Orban, afferma invece di non aver ricevuto alcuna nota e che l’obiettivo è stato di sciogliere la rispettiva struttura. I politici dell’AUR hanno votato per il mantenimento e la riforma della sezione. Il ddl è stato adottato con 171 voti favorevoli, 136 contrari e 2 astensioni. Lo scioglimento della Sezione Speciale è anche una raccomandazione formulata nel rapporto della Commissione Europea sulla Romania, una condizione per la rimozione del Meccanismo di Cooperazione e Verifica.

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