Giustizia: un nuovo Codice di procedura civile
Dal 15 febbraio, in Romania vige il nuovo Codice di procedura civile. Anche se elaborato più di quattro anni fa, la sua entrata in vigore è stata rinviata ripetutamente, alla luce dei preparativi per la sua applicazione.
Ştefan Stoica, 15.02.2013, 14:06
Dal 15 febbraio, in Romania vige il nuovo Codice di procedura civile. Anche se elaborato più di quattro anni fa, la sua entrata in vigore è stata rinviata ripetutamente, alla luce dei preparativi per la sua applicazione.
Richiesto insistentemente dalla Commissione europea e visto come un modo per rimediare i problemi del sistema giudiziario, il nuovo Codice è volto, come spiega il Governo di Bucarest, a migliorare la qualità dell’atto di giustizia, parallelamente a una soluzione più rapida delle cause.
L’applicazione del nuovo Codice renderà più semplici anche le procedure e ridurrà le spese. Tra le novità arrecate dalla nuova normativa è la mediazione, come alternativa alla soluzione delle liti. Se le parti arrivano a una soluzione, viene firmato un accordo, che va approvato dal giudice.
Le dispute che potranno essere sottoposte alla mediazione riguardano principalmente i litigi civili o commerciali che hanno un oggetto valutabile in denaro, i conflitti attinenti al diritto del lavoro, riguardanti i contratti individuali di lavoro, ma non anche quelli collettivi.
Alla mediazione potranno andare anche i litigi connessi al rapporto di vicinato o possesso, nonchè quelli riguardanti la famiglia, l’affidamento di minorenni o un domicilio comune.
Inoltre, le normative sono volte ad eliminare i problemi che, in molti casi, hanno portato a decisioni della Corte europea per i diritti umani che hanno condannato la Romania, sia per sentenze giudiziarie errate, di principio, che per pregiudizi provocati dalla durata eccessiva delle procedure giudiziarie, o per mancanza di prevedibilità.
Però non tutti i provvedimenti del Codice di procedura civile sono entrati in vigore il 15 febbraio. Ad esempio, è stata rinviata al 1 luglio l’applicazione dell’articolo che offriva alle associazioni per la tutela dei consumatori la possibilità di denunciare in giustizia le clausole abusive ed eliminarle da tutti i contratti di servizi, compresi quelli riguardanti i mutui. (trad. Iuliana Anghel)