Giustizia: un nuovo caso di corruzione al vertice
La Direzione Nazionale Anticorruzione ha chiesto, lunedì, alla Procura Generale di sollecitare al presidente romeno, Klaus Iohannis, l’approvazione dell’avvio dell’inchiesta penale nei confronti dell’ex premier Călin Popescu Tăriceanu. I procuratori lo accusano di aver preso tangenti negli anni 2007 e 2008, cioè nell’ultima parte del suo mandato di primo ministro. Stando ai procuratori, Tăriceanu avrebbe ricevuto indirettamente dai rappresentanti di una compagnia austriaca che ha distribuito licenze Microsoft in Romania beni immeritati per un valore di 800.000 dollari, sotto forma di compensi per servizi di consulenza. In cambio, l’ex premier avrebbe reso possibile l’adozione di alcune decisioni di governo a favore della rispettiva compagnia, spiega la DNA.
Eugen Coroianu, 12.01.2021, 12:27
Secondo gli inquirenti, la somma rappresenta una commissione sul valore dei pagamenti effettuati dallo stato romeno alla compagnia e sarebbe stata utilizzata a beneficio dell’ex premier per la copertura di alcune spese per la campagna elettorale, essendo trasferita in base a più contratti fittizi firmati con diverse compagnie offshore. Il fascicolo è stato aperto nel 2018 in seguito alla riunione di tre cause penali, di cui una è stata affidata alla DNA su richiesta dei colleghi austriaci. A novembre 2018, la DNA ha sollecitato al Senato romeno l’approvazione dell’avvio dell’inchiesta penale per tangenti nei confronti della stessa persona, allora senatore, ma la richiesta è stata bocciata. I procuratori precisano adesso che sono apparse nuove prove in questo fascicolo.
L’ex premier Călin Popescu-Tăriceanu ha smentito le accuse della DNA, spiegando che non sono stati effettuati pagamenti alla compagnia Microsoft durante il suo mandato e che non ha ricevuto denaro. In un intervento a un’emittente televisiva, egli ha affermato che durante il suo mandato sono state prese quattro decisioni di governo, di cui una interessava l’allora procuratore generale, ma si trattava solo di un inventario delle licenze Microsoft.
Di recente, l’ex ministro dell’Ambiente, Costel Alexe, è stato accusato dalla Direzione Nazionale Anticorruzione di tangenti e istigazione ad appropriazione indebita. I procuratori notano che, nel 2020, egli avrebbe preteso e ricevuto da una persona con incarico dirigenziale presso un complesso siderurgico, che è sospetta in questo fascicolo, più prodotti di lamiera per un valore di circa 20 mila euro, in cambio all’adempimento dei propri doveri di servizio, ovvero la concessione a titolo gratuito dei certificati verdi e il monitoraggio delle misure prese dalla fabbrica per la chiusura di un deposito di rifiuti non conforme. Anche l’ex ministro dell’Ambiente ha dichiarato di essere innocente e che auspica l’ultimazione quanto prima delle indagini in questo caso.