Giustizia: reati imprescrittibili nel Codice Penale
La pandemia di COVID-19 ha creato un “ambiente ideale” per lo sviluppo della tratta di persone a livello mondiale. I Governi hanno direzionato tutte le risorse alla crisi sanitaria, mentre i trafficanti di persone hanno approfittato per sfruttare le persone più vulnerabili. Lo rileva un rapporto annuo del Dipartimento di Stato americano che analizza la situazione in 188 Paesi del mondo. Il capo della diplomazia americana, Antony Blinken, stima a 25 milioni il numero delle persone, i minorenni compresi, che sono vittime di questo tipo di tratta, che include anche la prostituzione e il lavoro forzato. Di esempi ce ne sono tanti e in tutto il mondo.
Bogdan Matei, 02.07.2021, 13:43
La pandemia di COVID-19 ha creato un “ambiente ideale” per lo sviluppo della tratta di persone a livello mondiale. I Governi hanno direzionato tutte le risorse alla crisi sanitaria, mentre i trafficanti di persone hanno approfittato per sfruttare le persone più vulnerabili. Lo rileva un rapporto annuo del Dipartimento di Stato americano che analizza la situazione in 188 Paesi del mondo. Il capo della diplomazia americana, Antony Blinken, stima a 25 milioni il numero delle persone, i minorenni compresi, che sono vittime di questo tipo di tratta, che include anche la prostituzione e il lavoro forzato. Di esempi ce ne sono tanti e in tutto il mondo.
In India e Nepal, ragazze di zone rurali povere sono state costrette a sposarsi per aiutare le proprie famiglie. Negli SUA, nel Regno Unito e in Uruguay, alcuni proprietari hanno costretto gli inquilini incapaci di pagare l’affitto a intrattenere rapporti sessuali con loro. Per la prima volta, un Paese membro NATO, la Turchia, è stato accusato di aver reclutato e utilizzato bambini soldato in Siria e Libia. 11 Paesi sono accusati di praticare direttamente la tratta di persone: Afghanistan, Myanmar, Cina, Cuba, Eritrea, Corea del Nord, Iran, Russia, Sudan Meridionale, Siria e Turkmenistan.
“I Governi devono proteggere e servire i propri cittadini, non terrorizzarli e sfruttarli per far profitto” — ha puntualizzato Antony Blinken. Sebbene membro dell’Unione Europea, anche la Romania ha conosciuto simili orrori. Nel 2018, 14 persone di Berevoieşti-Argeş (sud) sono state condannate a pene carcerarie comprese tra 4 e 18 anni, perché avevano letteralmente ridotto alla schiavitù 40 ragazzi e bambini. Casi di abusi sessuali nei confronti dei bambini, di prostituzione forzata, di tortura arrivano spesso in corte e fanno aumentare gli indici di ascolto delle televisioni che presentano notizie.
Ieri, il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha promulgato la legge che modifica il Codice penale nel senso che non verrà più prescritta la responsabilità penale degli aggressori nel caso dei reati di schiavitù, tratta di persone, aggressione sessuale e tortura nei confronti dei minorenni. L’atto normativo prevede anche aumenti delle pene nel caso della mancata denuncia dei reati. La legge stabilisce inoltre che aumenteranno di un terzo i limiti speciali delle pene nel caso dei reati di pornografia infantile di una persona che ha commesso in precedenza un altro reato contro la libertà e l’integrità sessuale di un minorenne, un reato di pornografia infantile o prossenetismo su un minorenne oppure nel caso in cui abbia messo in pericolo la vita del minorenne.
Sempre questa settimana, la Polizia Romena ha reso operativo il Registro nazionale automatizzato delle persone che hanno commesso reati sessuali, di sfruttamento di altre persone o di minorenni. Stando alle autorità, questo è un modo per conoscere, sorvegliare e individuare le persone coinvolte nella tratta e nello sfruttamento delle persone vulnerabili e in reati contro la libertà e l’integrità sessuale.