Giustizia: ministri sotto inchiesta
La Direzione Nazionale Anticorruzione ha deciso di rinviare a giudizio il vicepremier Liviu Dragnea, insieme ad altre 74 persone, nel fascicolo sui brogli al referendum sulla revoca del presidente Traian Basescu, convocato lo scorso anno.
România Internațional, 08.10.2013, 11:54
La Direzione Nazionale Anticorruzione ha deciso di rinviare a giudizio il vicepremier Liviu Dragnea, insieme ad altre 74 persone, nel fascicolo sui brogli al referendum sulla revoca del presidente Traian Basescu, convocato lo scorso anno.
Liviu Dragnea è accusato che, da presidente del Consiglio Provinciale di Teleorman, ha fatto uso della sua autorità e influenza per ottenere un’affluenza minima del 60%, in grado di assicurare la convalida del referendum.
Dragnea ha definito come infondate le accuse che, a suo avviso, mettono in pericolo il sistema democratico in Romania, in quanto, in questo modo, nessun partito potrà mai organizzare campagne elettorali.
Da parte sua, il premier Victor Ponta considera di natura politica il fascicolo di Dragnea, sostenendo che il presidente Traian Basescu ha minacciato i leader socialdemocratici che saranno avviate inchieste penali nei loro confronti per aver organizzato il referendum sulla sua revoca nel 2012.
Anche il leader liberale Crin Antonescu difende Dragnea, sostenendo che le accuse dei procuratori non sono valide, dal momento che i cittadini hanno partecipato liberamente al referendum.
Invece, l’opposizione democratico-liberale ha sollecitato le dimissioni di Dragnea, soprattutto perchè il vicepremier, che è anche ministro per lo Sviluppo regionale, gestisce importanti fondi europei, e la sua situazione attuale desta dei sospetti in tal senso.
Comunque, Dragnea ha annunciato che non si dimetterà e che porterà a termine i progetti avviati nel Governo.
Invece, il ministro dell’Economia, Varujan Vosganian, accusato di complotto e di aver minato l’economia nazionale per decisioni prese nel 2008, quando ricopriva lo stesso incarico, ha rassegnato le dimmissioni, da lui definite come “un atto d’onore”.
In precedenza, il Senato aveva bocciato, ad ampia maggioranza, la rimozione della sua immunità parlamentare. Vosganian ha sostenuto la propria innocenza, affermando che i fatti invocati dai procuratori costituiscono decisioni politiche.
I procuratori affermano, invece, che in seguito alle azioni di Vosganian, l’impresa di un potente uomo d’affari ha beneficiato di prezzi preferenziali per i gas forniti dalla compagnia statale Romgaz. Nello stesso fascicolo è indagato anche l’ex ministro democratico-liberale dell’Economia, Adriean Videanu.