Giustizia: indagine sulla tragedia all’ospedale “Victor Babeș”
Lo scorso aprile, alcuni pazienti che si trovavano nell’unità mobile di Terapia Intensiva collocata nel cortile dell’ospedale “Victor Babeș” di Bucarest hanno perso la vita in seguito a un guasto tecnico. Secondo le prime informazioni, la tragedia sarebbe stata causata da un brusco aumento della pressione nell’impianto di ossigeno al quale era connessa l’unità mobile, fatto che ha determinato il blocco totale dei ventilatori ai quali erano connesse otto persone. Tre di loro hanno perso la vita e la causa della tragedia è attribuita a un errore umano. I giudici non hanno accettato la proposta dei procuratori che il capo del Dipartimento Tecnico e un idraulico dell’ospedale venissero messi in custodia cautelare. I magistrati romeni hanno tuttavia deciso che le due persone rimangano agli arresti domiciliari per un periodo di 30 giorni, con l’accusa di omicidio colposo. Oltre al divieto di lasciare l’abitazione senza l’approvazione degli inquirenti, al capo del Dipartimento Tecnico e all’idraulico dell’ospedale è proibito di comunicare con i feriti, con altri incolpati, coi testimoni o con gli esperti in questo caso. La decisione non è definitiva e può essere contestata dai procuratori e dagli incolpati.
Leyla Cheamil, 17.06.2021, 13:14
Lo scorso aprile, alcuni pazienti che si trovavano nell’unità mobile di Terapia Intensiva collocata nel cortile dell’ospedale “Victor Babeș” di Bucarest hanno perso la vita in seguito a un guasto tecnico. Secondo le prime informazioni, la tragedia sarebbe stata causata da un brusco aumento della pressione nell’impianto di ossigeno al quale era connessa l’unità mobile, fatto che ha determinato il blocco totale dei ventilatori ai quali erano connesse otto persone. Tre di loro hanno perso la vita e la causa della tragedia è attribuita a un errore umano. I giudici non hanno accettato la proposta dei procuratori che il capo del Dipartimento Tecnico e un idraulico dell’ospedale venissero messi in custodia cautelare. I magistrati romeni hanno tuttavia deciso che le due persone rimangano agli arresti domiciliari per un periodo di 30 giorni, con l’accusa di omicidio colposo. Oltre al divieto di lasciare l’abitazione senza l’approvazione degli inquirenti, al capo del Dipartimento Tecnico e all’idraulico dell’ospedale è proibito di comunicare con i feriti, con altri incolpati, coi testimoni o con gli esperti in questo caso. La decisione non è definitiva e può essere contestata dai procuratori e dagli incolpati.
I procuratori precisano che, sullo sfondo del mancato funzionamento adeguato dell’impianto di ossigeno e dell’insufficiente preparazione del personale subordinato, è apparsa la necessità di intervenire sull’impianto. Stando ai procuratori, l’intervento è stato realizzato in modo difettoso da uno dei due incolpati, il che ha determinato la cessazione automatica del funzionamento dei ventilatori nell’unità mobile di terapia intensiva e il decesso dei tre malati. D’altra parte, la struttura sanitaria ha trasmesso un comunicato precisando che i dipendenti del Servizio tecnico dell’Ospedale di Malattie Infettive e Tropicali “Dr. Victor Babeş”, che sono stati fermati ieri a causa della tragedia accaduta lo scorso aprile, adempiono a tutte le condizioni legali e di preparazione professionale necessarie nelle cariche per cui sono stati assunti. Secondo le informazioni fornite dalla stampa, l’indagine essendo ancora in corso, la direzione dell’ospedale e tutto il personale medico e ausiliare dell’unità sanitaria continueranno ad appoggiare le autorità competenti affinché sia fatta luce in questo caso.
L’incidente all’ospedale Victor Babeș si è verificato a pochi mesi da altre due tragedie accadute in altre strutture sanitarie romene. Lo scorso novembre, un incendio scoppiato all’Ospedale Provinciale di Emergenza di Piatra Neamț (est), sempre in un reparto di terapia intensiva per malati di COVID-19, ha provocato la morte di dieci persone che vi erano ricoverate. Il medico Cătălin Denciu, che ha rischiato la propria vita per salvare i pazienti e ha subito gravi ustioni, essendo al momento ricoverato nel Belgio, è stato premiato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. I belgi, dal canto loro, lo hanno dichiarato “l’eroe del 2020”. Un altro incendio accaduto alla fine dello scorso gennaio, in una struttura sanitaria di spicco di Bucarest, in prima linea nella lotta contro la pandemia, l’ospedale “Matei Balș”, ha provocato la morte di più pazienti.