Giustizia e stato di diritto
Una tensione diffusa precede, a Bucarest, la presentazione, promessa per giovedì sera dal ministro della Giustizia, Tudorel Toader, della valutazione dell’attività svolta dalle procure generale, anticorruzione e antimafia. La stampa presta particolare attenzione al procuratore capo della DNA, Laura Codruţa Kovesi. Per alcuni, eroina della lotta per la pulizia della società ai vertici, Kovesi è invece l’ossessione dei politici con problemi in giustizia e dei rappresentanti mass-media che li sostengono. La sua dimissione o destituzione, dicono i critici, sarebbe l’unica soluzione onorevole, dopo che i procuratori a lei subordinati sono stati accusati di aver cercato di fabbricare prove contro esponenti di spicco del PSD, il principale partito al governo negli ultimi quasi dei anni.
Bogdan Matei, 21.02.2018, 11:57
Le accuse più veementi arrivano, però — insistono i sostenitori di Laura Codruţa Kovesi – da parte di alcuni politici già condannati in una prima fase per atti di corruzione dimostrati dai procuratori. Persone con problemi penali” — li ha definiti la settimana scorsa, il presidente Klaus Iohannis, il quale ha ribadito la sua fiducia nella DNA e nel suo capo. Martedì, egli ha affermato che, per una nazione che aspira ad un futuro degno, la legge e l’indipendenza di coloro che lavorano per la giustizia non sono né negoziabili, né trattabili. È il messaggio trasmesso dal presidente ai laureati dell’Istituto Nazionale della Magistratura, in cui li assicura anche di poter contare sul suo pieno sostegno nel portare a compimento la loro missione. La loro investitura, ha aggiunto il capo dello stato, avviene in un momento in cui l’atto di giustizia viene messo in dubbio pubblicamente proprio da persone chiamate a rendere conto delle proprie azioni di fronte alla legge. Questo tentativo non deve però far sviare i magistrati dai principi costituzionali di legalità, imparzialità e uguaglianza — ha concluso il presidente.
La continuazione della lotta alla corruzione e il consolidamento dello stato di diritto in Romania preoccupano, in ugual misura gli esponenti europei di Bruxelles. È quanto trasmesso, sempre martedì, dal presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, al nuovo premier romeno, Viorica Dăncilă. Egli ha persino proposto alla sua ex collega, eurodeputata prima di assumere a gennaio, l’incarico di capo del Governo di Bucarest, di prendere la parola nella plenaria del Legislativo europeo e di parlare dei progetti della Romania. L’invito arriva dopo che Viorica Dăncilă non ha nascosto il suo malcontento dopo che al ministro Toader non è stato permesso di prendere la parola ai dibattiti di questo mese nel Parlamento Europeo sulle modifiche che la coalizione PSD-ALDE intende apportare alle leggi sulla giustizia e di cui l’opposizione di destra e la società civile dicono che siano volte a fermare la lotta alla corruzione e a sottomettere i magistrati. Di recente, pure il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, sottolineava che l’anticorruzione e lo stato di diritto restano di fondamentale importanza affinché i romeni possano continuare a beneficiare pienamente delle opportunità offerte dalla qualità di cittadini dell’Unione Europea.