Giornata della Cultura Nazionale: celebrazioni in Romania e all’estero
La Giornata della Cultura Romena, celebrata il 15 gennaio, coincide, non a caso, con l’anniversario della nascita del sommo poeta romeno Mihai Eminescu. Con una posterità senza pari, Eminescu, che visse solo 39 anni (1850-1889), è il poeta di cui il critico letterario Titu Maiorescu scriveva nell’epoca che sarebbe stato “il punto di partenza per tutto il futuro sviluppo del pensiero romeno”.
Bogdan Matei, 15.01.2014, 12:25
La Giornata della Cultura Romena, celebrata il 15 gennaio, coincide, non a caso, con l’anniversario della nascita del sommo poeta romeno Mihai Eminescu. Con una posterità senza pari, Eminescu, che visse solo 39 anni (1850-1889), è il poeta di cui il critico letterario Titu Maiorescu scriveva nell’epoca che sarebbe stato “il punto di partenza per tutto il futuro sviluppo del pensiero romeno”.
Ritenuto, come poeta, l’ultimo importante esponente del romanticismo europeo, promotore nella pubblicistica, del conservatorismo e del nazionalismo illuminato, Eminescu diventò, nell’ultimo secolo, il più popolare brand culturale romeno. Nel 2010, il Parlamento di Bucarest scelse, quasi all’unanimità, il suo giorno di nascita come Giornata della Cultura Nazionale. Questa, affermavano in quella occasione i promotori del ddl, “sarà una giornata in cui non solo celebriamo un grande creatore, ma anche una giornata di riflessione sulla cultura romena, in generale, e sui progetti culturali d’interesse nazionale”. Ulteriormente, anche le autorità della confinante Moldova (repubblica ex sovietica, a maggioranza romenofona) hanno deciso, a nome della comunione di lingua e storia con la Romania, di istituire il 15 gennaio come Giornata della Cultura Romena.
Nel Paese e all’estero, nella capitale Bucarest e in altre città, a Chisinau e a Bruxelles, nei musei e nelle sale concerto, nelle scuole e nei luoghi di culto, l’intero mondo culturale romeno si è mobilitato per festeggiare questa giornata. Le filiali all’estero dell’Istituto Culturale Romeno hanno invitato nomi di spicco della cultura romena. Il direttore del Teatro Nazionale di Bucarest, l’attore Ion Caramitru, assecondato da artisti strumentisti, ha offerto un recital di poesia a Parigi. A Berlino, è stato programmato uno spettacolo di teatro ispirato al “Diario dello scrittore interbellico” di Mihail Sebastian. A Stoccolma, protagoniste delle manifestazioni presso l’Istituto Romeno di Cultura sono la scrittrice Gabriela Melinescu e la suonatrice del flauto di Pan, Dana Dragomir, due rappresentanti della cultura romena che vivono in Svezia.
La spiritualità romena è celebrata non solo nell’Occidente, ma anche nei Paesi confinanti con la Romania. In Ungheria, all’Istituto Romeno di Cultura di Budapest sono esposti lavori firmati da pittori romeni contemporanei. E in Bulgaria, a Sofia, è stata inaugurata la mostra di fotografia e libro “Regina Maria — storia e destino”, dedicata alla grande sovrana di un secolo fa, moglie di Re Ferdinando di Romania, sotto il cui scettro si unirono alla Romania, dopo la Prima Guerra Mondiale, tutte le province romene che erano state fino allora sotto il dominio degli imperi multinazionali confinanti.