Giacimenti: voto finale sul ddl Rosia Montana
La Camera dei Deputati di Bucarest ha bocciato, ieri, il ddl sullo sfruttamento dei giacimenti d’oro e argento di Rosia Montana, nel centro della Romania. Il ddl era già stato bocciato dal Senato a novembre 2013 e, in quanto la Camera dei Deputati ha il potere decisionale, il voto di ieri significa un no definitivo al ddl promosso dal Governo romeno.
Valentin Țigău, 04.06.2014, 12:47
La Camera dei Deputati di Bucarest ha bocciato, ieri, il ddl sullo sfruttamento dei giacimenti d’oro e argento di Rosia Montana, nel centro della Romania. Il ddl era già stato bocciato dal Senato a novembre 2013 e, in quanto la Camera dei Deputati ha il potere decisionale, il voto di ieri significa un no definitivo al ddl promosso dal Governo romeno.
Stando al rapporto di una commissione speciale, il progetto non risponde in modo soddisfacente a tutti i requisiti di svolgimento delle attività di sfruttamento delle risorse minerarie in Romania. Inoltre, ha rappresentato un tentativo di cambiamento della legislazione mineraria che avrebbe favorito, in modo illegittimo, la compagnia canadese Gabriel Resources nell’attività di sfruttamento del giacimento di Rosia Montana, attraverso l’uso di cianuri. Poi, i suoi provvedimenti avrebbero esentato la compagnia dall’obbligo di conseguire le autorizzazioni necessarie e sarebbe stata basata su atti amministrativi annullati dalla giustizia romena negli ultimi 15 anni. Le procedure incostituzionali di esproprio, l’obbligo delle autorità romene di rilasciare autorizzazioni, le deroghe dalla legge sui monumenti storici e sui monumenti naturali, dalla direttiva europea sulle acque, tutto ciò è stato denunciato dalla società civile.
Lo scorso autunno, decine di migliaia di cittadini hanno manifestato in piazza, chiedendo al Governo il ritiro della legge, il divieto di uso dei cianuri nell’industria mineraria romena e lo sblocco delle procedure di inclusione di Rosia Montana — l’ex colonia romana Alburnus Maior – nella lista del patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Sotto la pressione dell’opinione pubblica, il sostegno politico a questo progetto in cui la partecipazione dello stato romeno sarebbe stata di circa il 19%, si è ridotto. In parallello, gli scienziati romeni e stranieri si sono pronunciati contro il progetto minerario con cianuri di Rosia Montana, affermando che questo tipo di attività economica è incompatibile con il principio di sviluppo sostenibile e con il diritto dei cittadini ad un ambiente pulito.
Dal canto suo, Gabriel Resources ha minacciato di chiedere allo stato romeno risarcimenti di miliardi di euro, qualora il progetto fosse bocciato. La Romania è ritenuta il Paese con le maggiori riserve d’oro nell’Ue, con 68 giacimenti scoperti nel Quadrilatero Aurifero dei Carpazi romeni occidentali. Il successo di alcuni progetti di sfruttamento con l’uso di cianuri oppure attraverso il processo di flottazione porterebbe però alla formazione di 2900 ettari di rifiuti prodotti dall’uso di cianuri, creando il rischio di catastrofi ambientali e generando ampi problemi sociali.
(traduzione di Adina Vasile)